Cari amici,
è notizia di queste ore che Padre Antonio Rungi, un mio "compaesano", ha lanciato un concorso di bellezza per suore. Lo scandalo e le critiche sono state tantissime, anche perchè l'iniziativa di padre Rungi è stata rilanciata dai media nazionali.
Oggi il suo sito era oscurato, ed ecco svelato il mistero: questa è l'intervista che ha dato a Petrus, quotidiano on-line. L'iniziativa di padre Antonio era chiaramente provocatoria...ma è servita?
Comunque gli attacchi e le offese a questo santo sacerdote che fa e si prodiga tanto per gli altri risultano del tutto gratuiti. Forse il suo sasso nello stagno poteva essere "fuori luogo" ed inopportuno ma il suo diritto di parlare e lanciare idee deve restare fuori discussione. Mi dispiace che sia stato costretto ad oscurare il suo blog da cui lanciava ogni tanto messaggi ed iniziative.
D'altra parte è verissimo che la vocazione alla vita religiosa per le donne è oggi trascurata e, a volte, attaccata. Un'amica suora di clausura mi disse di essere stata costretta a chiudere il sito del proprio monastero a causa di continui attacchi di haker che si divertivvano a denudare le immagini del sito.
Eppure i monasteri e le case religiose, con la loro vita di preghiera e apostolato, restano il sostegno invisibile su cui regge tanta parte della nostra Chiesa!
L'iniziativa di padre Rungi a questo punto più che destare scandalo dovrebbe destare ammirazione per l'intento vero: quello di accendere i riflettori su una realtà che spesso, noi tutti, possiamo trascurare.
alla prossima
di Gianluca Barile
CITTA’ DEL VATICANO - Insultato e minacciato di morte al telefono da anonimi interlocutori, ma la sua 'provocazione', assicura il teologo morale Padre Antonio Rungi (nella foto), il Passionista di Mondragone, in provincia di Caserta, che ha promosso un concorso in Internet per Suore, voleva solo far conoscere meglio chi ha deciso di trascorrere la propria vita in Monastero e richiamare l’attenzione sulla carenza di vocazioni tra le ragazze italiane, sempre meno portate ad indossare l’abito religioso. Il sacerdote racconta la sua verità in esclusiva a ‘Petrus’.
Padre Antonio, ‘Sister Italia’ (questo il nome della kermesse) ha sollevato un polverone prima ancora di iniziare…
“E’ vero, ma la mia iniziativa è stata fraintesa e trattata dai mass-media, in particolare da quelli laici, con malafede e con un malizioso difetto di comunicazione”.
Cosa intende dire?
“Semplice: non ho mai pensato o detto di voler organizzare un concorso di bellezza per Suore”.
Eppure sembrava così…
“Beh, si sa che l’apparenza inganna, soprattutto se è frutto di una volontaria manipolazione”.
Ma allora ci spieghi la Sua versione dei fatti…
“La verità è la seguente: intendo promuovere un concorso riservato solo ed esclusivamente alle Suore italiane, ma per mettere in risalto la loro bellezza interiore”.
Padre, starà mica ‘ritrattando’?
“Niente affatto. L’idea è stata sempre quella di realizzare un blog in cui pubblicare le foto delle Suore partecipanti al concorso, le loro storie personali, la descrizione di come vivono la loro missione, le immagini delle strutture religiose in cui operano. In base a questi elementi, i lettori avrebbero potuto votare la Suora spiritualmente più bella”.
Dunque, nessuna passerella?
“Ma, dico io, scherziamo? Solo a uno sprovveduto sarebbe potuta venire in mente una cosa del genere, e io tutto sono tranne che uno sprovveduto. Anche se, devo ammetterlo, non avrei trovato nulla di male se al mio concorso avesse partecipato anche quella bella e giovane Suora: la bellezza è un dono di Dio”.
Beh, certo è che alla notizia di un concorso di bellezza per Suore, il mondo cattolico si è ribellato immediatamente. Siti Internet, blog, portali di informazione, Tv, radio, carta stampata: c’è stata una sommossa popolare contro il Suo progetto…
“Beh, se lo vuole sapere, c’è stato anche qualche risultato positivo…”.
Prego, dica pure…
“La mia provocazione - perché che il concorso per Suore riguardi la bellezza interiore o esteriore non importa, la mia iniziativa è indubbiamente provocatoria - è servita a far accendere la luce dei riflettori sulla carenza sempre più cronica di Suore italiane”.
Perché si riferisce solo alle Suore italiane?
“Perché i nostri Monasteri sono ormai invasi da anni da Suore straniere che vengono in Italia solo per fuggire dalla fame che attanaglia i loro Paesi d’origine. Proviamo a fare un giro nei Monasteri: le poche Suore italiane rimaste superano abbondantemente i 60 anni, e la Chiesa fa poco per spingere le nostre ragazze ad abbracciare la vita religiosa. Me lo hanno fatto notare delle carissime Suore con cui ho organizzato la recita del Rosario in spiaggia sul litorale domiziano”.
Padre Rungi, La Sua è un’accusa gravissima.
“Ho solo detto come stanno le cose. In Italia la Chiesa fa poco o nulla per valorizzare il ruolo e l’immagine delle Suore, cosicché le poche rimaste difficilmente hanno una vita sociale - si pensi che molte di loro muoiono di tumore all’utero perché credono ancora che sia peccato andare dal ginecologo - e le giovani laiche non vengono messe adeguatamente a conoscenza della bellezza della vita monacale. Aggiungo una cosa: le Suore si sentono escluse dal mondo e vogliono iniziare ad utilizzare un linguaggio nuovo, compreso quello di Internet. Me lo hanno assicurato tante di loro”.
Scusi, ma ammesso e non concesso che le cose stiano effettivamente così, crede davvero che possa bastare un concorso in Rete per risolvere la questione?
“Beh, almeno io c’ho provato, ho lanciato il sassolino nello stagno, ma subito tutti a darmi addosso e a fare il processo alle intenzioni senza neanche vedere cosa volessi concretamente realizzare. Tutto ciò è assurdo! Mi hanno fatto passare per uno che non rispetta le Suore, proprio io che le ammiro a tal punto da volerne divulgare la bellezza spirituale! I miei detrattori pensino a denunciaro lo scempio dei film pornografici con le attrici vestire da Suore prima di aprire bocca su di me!”.
Tra una critica e l’altra, Le è giunto per caso anche qualche ‘richiamo’ da parte del Suo Vescovo o del Superiore Generale dei Passionisti?
“No, anche perché non ci sono gli estremi per alcun ammonimento: intanto la mia è solo un’idea - un’idea, lo ribadisco, che riguarda la promozione della bellezza interiore delle Suore - e poi non ho fatto nulla di male”.
Intanto il Suo blog è sparito da Internet…
“Sì, non è più on-line, l’ho tolto io, sto avendo troppi problemi e non è la visibilità ciò che voglio”.
Non c’è che dire, i problemi non Le stanno mancando…
“E’ vero, ma grazie a Dio non sono uno che si demoralizza. Anzi, mi ritengo tenace e combattivo”.
Tenace e combattivo sino a che punto?
“Se i miei superiori non avranno nulla da obiettare, il concorso si farà malgrado le polemiche, gli attacchi personali e le minacce”.
Minacce? A cosa si riferisce?
“Da quando si è saputo del mio concorso, ho ricevuto numerose offese e minacce di morte al telefono. Ma vado avanti per la mia strada, non mi faccio intimorire: a Mondragone si combatte quotidianamente con la triste realtà della camorra, figurarsi se mi faccio intimorire da qualche anonimo molestatore”.
Qual è stata l’offesa che l’ha ferità di più?
“Una persona del nord mi ha scritto una e-mail in cui sosteneva che solo un prete del sud come me avrebbe potuto partorire una simile idea. Questo mi ha ferito davvero tanto. Noi del Meridione siamo gente operosa”.
Cosa, invece, l’ha delusa maggiormente?
“A parte la strumentalizzazione della mia iniziativa-provocazione e la sua distorsione a fini mediatici, la mancata solidarietà da parte dei confratelli sacerdoti”.