mercoledì 2 gennaio 2019

Sono Partito Democratico e non torno indietro?


            Ha senso continuare l’impegno nel Partito Democratico?
            E’ la domanda che ormai da qualche tempo mi sollecita continuamente la riflessione, mentre la storia di questa formazione politica in cui ho scelto di militare per la prima volta ormai dal 14 ottobre 2007 va avanti.
            E' una domanda che mi si ripresentata ancora di nuovo dopo la lettura del messaggio per la Giornata per la Pace on questo passaggio: Quando l’esercizio del potere politico mira unicamente a salvaguardare gli interessi di taluni individui privilegiati, l’avvenire è compromesso e i giovani possono essere tentati dalla sfiducia, perché condannati a restare ai margini della società, senza possibilità di partecipare a un progetto per il futuro. Quando, invece, la politica si traduce, in concreto, nell’incoraggiamento dei giovani talenti e delle vocazioni che chiedono di realizzarsi, la pace si diffonde nelle coscienze e sui volti. Diventa una fiducia dinamica, che vuol dire “io mi fido di te e credo con te” nella possibilità di lavorare insieme per il bene comune. La politica è per la pace se si esprime, dunque, nel riconoscimento dei carismi e delle capacità di ogni persona.”
            Quante volte in questo percorso mi sono scontrato con interessi individuali o aspirazioni personali che nulla hanno a che fare col bene di tutti? Tante! Ho ceduto? Si!
            L'ho fatto per un mio tornaconto? Non mi pare, semmai per un eccesso di mitezza, più che altro!
            Ho incoraggiato talenti? Si, mi è capitato. Ho dato fiducia? Spesso.
            Tutto questo l’ho vissuto militando in questo partito, perché ero, o meglio sono, convinto, che oggi più che mai la frontiera dell’impegno politico è nei partiti.
            Del resto, ormai conoscendone molto bene pregi e difetti, posso dire che il PD è casa mia e tuttavia devo anche ammettere che non è la casa che volevo io.
            Infatti non ho mai digerito l’impostazione personalistica data da Veltroni al PD dal lontano 2007.
            Il PD che ho in mente io è un partito comunità erede di grandi tradizioni politiche, un  partito che non è costruito a nessun livello intorno a figure carismatiche. E’ un partito in cui l’organizzazione è importante.
            E’ un partito che ha al centro dei suoi pensieri, quella che per me è la sintesi moderna degli aneliti della tradizione del cattolicesimo politico e del riformismo comunista, ossia tre cose: lotta per l’uguaglianza, lotta alla povertà e difesa dell’ambiente. Un partito che per questo sceglie di mettere al primo posto lavoro, istruzione e sanità che sono i tre ambiti in cui si gioca l’uguaglianza sostanziale tra i cittadini. Lo immagino come il partito che porta ad una sintesi, dopo il 1989, le culture repubblicane che hanno dato vita alla Costituzione. Oggi, specie di fronte alla deriva populista, c’è sempre più bisogno di un partito così: nazionale popolare e democratico. Costituzionale!
            Lo immagino come un partito del popolo e con il popolo che sa ascoltare e dove, prima delle cordate, esistono le persone che si incontrano per servire il bene comune. Un partito dove coltivare i talenti, proprio come insegna Francesco.
            Beh lo so! Un partito così non esisterà mai. Mia figlia me lo ricordava ieri dicendomi che per lei PD significa Passato Democratico. PD non  è di moda, è kitch le ha fatto di rimando il fratellino!
            Però mi chiedo: esistono in Italia altre organizzazioni politiche che si avvicinino di più ad un partito, oltre al PD?!
            Qui sta il punto. Oggi esistono nell’agone politico i leader ed i loro seguaci. Il popolo è un pubblico ed ogni discussione è segnata dal tifo e non dalla volontà di confronto. Mi sono sempre chiesto se sia veramente morale per un politico militare in un partito dove esiste solo la “legge del Capo”.
            Questa domanda mi arrovella da tempo e penso che dovrebbe interrogare anche tanti cattolici pensanti che si vedono in giro. Martinazzoli diceva che se non è più un dogma l’unità dei cattolici, non lo è neanche la diaspora. Eppure io mi chiedo: è moralmente giusto davanti al Signore militare in partiti personali?! Qui scattò la molla del mio impegno tanti anni fa! Io non posso farci nulla in un problema tanto grande, ma posso, come insegna Romano Guardini, fare la mia piccola parte per il pezzetto di mondo che mi è affidato. Per questo ho scelto questa strada di impegno gramo e mal compreso da dirigente di partito. Un impegno che, lo assicuro, è poco gratificante in questo contesto carismatico e leaderistico.
            L'ho scelto perchè sono convinto che oggi la vera frontiera dell’impegno politico, di fronte alla crisi della Politica, è far funzionare i partiti come palestra dove con metodo democratico si concorra a determinare le scelte della Politica.
            Ci sono riuscito nella mia sezione? Non lo so proprio! E’ tanto difficile. Lo spettro del fallimento mi perseguita, ma mi ostino coltivando il desiderio di essere piccolo segno di speranza per altri che sapranno fare meglio di me. Me ne sono accorto strada facendo, commettendo errori e ricominciando ogni volta daccapo in una lungo e difficile percorso dove la cui cifra è stata la fatica; un cammino in cui ho incontrato resistenze ma anche vicinanza e sostegno. L’ho fatto per 10 anni da militante del PD.
            Però, proprio in virtù di questa esperienza,  ne resto ancora e sempre più convinto: i tanto bistrattati partiti, oggi sono la chiave per incanalare energie positive. Devono quindi ricominciare a funzionare come “membra” vive della società.
            Una società politica infatti senza partiti, ossia corpi intermedi in cui avvenga l’elaborazione pensata e partecipata della proposta politica, approda ad uno stadio di “regressione”, come le cronache ci ricordano. Il popolo diventa pubblico, il confronto scontro tra tifosi. Eleviamoci allora!
            Per questo concludo concludo, dicendo che vorrei tanto oggi saper rispondere alla domanda iniziale ma ammetto di non saperlo ancora.
            Mi trovo a camminare su un piccolo sentiero irto e pericoloso, non so dove arriverò ma oggi mi pare l'unico percorso che potrà condurci ad una meta.
            Quindi resto in cammino...