venerdì 20 giugno 2008

assemblea PD

Riporto questi lanci d'agenzia sulla prima assemblea del PD dopo la catastrofe elettorale guidata da Veltroni. Rosy Bindi che fine ha fatto? Evidentemente cerca di sopravvivere.

(DIRE) Roma, 20 giu. - Arturo Parisi non molla e continua la sua battaglia all'assemblea nazionale del Pd. Dopo il botta e risposta con il vice segretario del partito Dario Franceschini, l'ex ministro della Difesa punta ora alla verifica del numero legale, ovvero la presenza o meno di delegati che serve a rendere valida la seduta dell'assemblea. Per lui, e' salito sul palco Mario Lettieri che dai microfoni ha chiesto: "Vorrei pubblicamente la verifica del numero legale".
Prima di Lettieri, lo stesso Parisi, accompagnato da Gad Lerner, era salito sul palco per parlare con Walter Veltroni e chiedere direttamente al segretario la verifica del numero legale. "Gli ho detto- racconta Parisi ai cronisti- che non si puo' procedere cosi': qui non c'e' nessuno, siamo pochissimi".
Secco pero', secondo quanto racconta lo stesso Parisi, il diniego del segretario: "Ma quando mai nelle assemblee si e' tenuto conto dei numeri?".


(ANSA) - ROMA, 20 GIU - 'Cosa vuole che resti. Di interventi ne ho sentito a sufficienza. La differenza tra una assemblea politica e una accademia culturale e' tuttavia il fatto che in una assemblea di partito le parole sono chiamate a trasformarsi in decisioni nel quadro delle regole concordate'. Lo afferma Arturo Parisi a margine dell'assemblea del Pd.
'Sapendo che i presenti erano l'assoluta minoranza dei componenti della Assemblea, nonostante le richieste - ricorda Parisi - non e' stata consentita neppure la verifica del numero legale. E dire che abbiamo cambiato con raffiche di voti lo Statuto che costituisce il quadro di garanzia e di legalita' della nostra convivenza. Uno Statuto che, anche se per applauso, era stato approvato appena nella precedente assemblea. Oltre a non chiederci perche' gli elettori ci hanno abbandonato il guaio - conclude l'ex ministro della Difesa - e' che qua non abbiamo avuto neppure il coraggio di chiederci come mai ci hanno abbandonato anche i delegati'.

(ANSA) - ROMA, 20 GIU - L'Assemblea del Pd non e' in numero legale e quindi le sue deliberazioni e votazioni sono nulle. E' questa l'eccezione sollevata dai delegati vicini ad Arturo Parisi durante le assise del Pd. A sottolineare la questione e' stato dal palco l'ex sottosegretario Mario Lettieri, che ha chiesto alla presidenza di verificare la presenza del numero legale.
Lo statuto del partito richiede che le votazioni dell'Assemblea la maggioranza assoluta dei componenti delle Assise, che sono 2.800. In sala, invece, si sono registrati circa 800 delegati.
Parlando con i cronisti Lettieri ha sottolineato che sono invalide le votazioni effettuate subito dopo la relazione di Veltroni che hanno introdotto alcune modifiche allo statuto (tra cui l'attribuzione di alcuni poteri dell'Assemblea alla futura Direzione). E sarebbe non valida, a questo punto, anche l'elezione della Direzione che avverra' nel tardo pomeriggio (alle 17 Veltroni presentera' una lista unitaria per poi votare).
Contro 'l'equilibrio di correnti' da cui nascerebbero le indicazioni della segreteria per l'elezione della direzione, si e' espresso dal palco anche Arturo Parisi che e' stato protagonista di un botta e risposta con il vicesegretario Dario Franceschini.
Nel frattempo altri delegati eletti all'Assemblea nelle liste che sostenevano Rosy Bindi, hanno formalmente presentato una mozione alla presidenza in cui si richiede la verifica del numero legale. La mozione e' stata promossa da Elisabetta Campus e su di essa si stanno raccogliendo le firme.(ANSA).

giovedì 12 giugno 2008

Vivere accanto e non connenttersi: un interessante articolo.

Vi segnalo questo articolo di Giuseppe De Rita apparso sul corsera di qualche giorno fa: da incorniciare!!!


CONVIVENZA A RISCHIO

LA TRAPPOLA DELLE IDENTITÀ

Vivere accanto e non connettersi. Questa è verosimilmente la base di quel declino della convivenza collettiva che a molti appare addirittura come una regressione civile. Guardiamoci dentro e attorno: viviamo tutti come componenti solitarie di una società che ha perso luoghi, occasioni e meccanismi di integrazione sociale. Le lotte per la liberazione individuale hanno rotto le connessioni di famiglia, di gruppo parentale, di osteria o circolo, di parrocchia, di comunità locale; la storia degli ultimi anni ha rotto il ritrovarsi dei singoli in ideologie, partiti, sindacati, luoghi e lotte di lavoro. Restiamo molecole che possano accostarsi ma che non si legano e integrano fra loro: facciamo «mucillagine», distesa informe di vegetazioni mai interconnesse. Per reagire a tale stato di cose non bastano certo i richiami al riarmo civico o valoriale, magari con la spinta pendolare a rivitalizzare gli antichi luoghi e meccanismi di connessione (per qualcuno dei quali il tempo è scaduto per sempre). Occorre invece far maturare una cultura processuale in cui i nostri cervelli e i nostri sentimenti siano dinamici e non chiusi in se stessi. Occorre anzitutto uscire dalla tragica propensione a vivere qui e ora in un continuo presente di emozioni e responsabilità labili e cangianti. Tutto, dalla impressività mediatica ai proclami politici all' accidia personale, vive di presente: non c' è memoria, non c' è futuro, non c' è lo spessore temporale della vita, non c' è direzione di marcia; c' è solo spettacolo e ricerca di consenso, qui e ora. Se non facciamo processi di storia collettiva non possiamo poi sorprenderci se non abbiamo classe dirigente capace di chiamare i singoli a connettersi fra loro. Tanto più che lo spettacolo e il consenso sono oggi quasi sempre esercitati sfruttando il difensivo primato dell' identità rispetto alla dinamica della relazione con gli altri. Non ci accorgiamo di bestemmiare quando pensiamo di noi stessi «io sono colui che sono» come avessimo una splendida identità da non mutare, da preservare, da imporre magari con la violenza; mentre l' altro è il diverso, è il pericolo, è il portatore di male (si tratti di un immigrato o del condomino della porta accanto). E così non cambiamo, non maturiamo, non diventiamo più forti. In fondo un grande filosofo del secolo scorso ha detto che «l' identità non è nel soggetto ma nella relazione». La relazione è l' unica strada processuale per la dinamica dei cervelli e dei sentimenti. Uscire dal qui ed ora per vivere il tempo con gli altri, questa è la responsabilità che va restituita a tutti. E' una strada faticosa ma non evitabile per chi abbia coscienza che occorre rifare le giunture di connessione della società e che occorre rifarle partendo dal basso, dalle piccole minute relazioni e strutture della vita quotidiana, lontano dalle sacrali tentazioni di verticalizzare il potere e l' annuncio. Nella dinamica sociale il «sacro» non esiste (neppure nei clerici delle istituzioni), esiste solo la santa pazienza di fare insieme una migliore qualità di vita collettiva.

De Rita Giuseppe

lunedì 9 giugno 2008

TA MATETE: il piccolo principe

Oggi vi spiego il motivo di questo lungo silenzio del blog.
Da circa 8 mesi l'associazione di cui sono presidente, TA MATETE, sta collaborando per un progetto scolastico che si chiama "Scuole Aperte", finanziato dalla regione Campiana.
Abbiamo firmato a suo tempo un protocollo d'intesa con la Direzione Didattica di Airola.
E' una tappa molto importante del cammino della nostra piccola associazione che ha come finalità quella di "raggiungere finalità educative, formative, sociali e culturali a favore dei giovani con esplicito riferimento alla testimonianza attiva dei valori critsiani", attraverso l'organizzazione di attività tetrali, di danza e musica.
Sono molto contento per questo perchè pian piano il nostro progetto inizia ad acquisire credibilità sul nostro territorio nel quale si vuole radicare.
Se penso al cammino di questi anni dell'associazione e a tutte le attività che con pochi mezzi e poco tempo siamo riusciti a realizzare, mi viene solo la voglia oggi di fare un bilancio di questa esperienza.
In questi anni per noi è stata fondamentale la collaborazione con l'Istituto Penale Minorile di Airola: alcuni dei giovani ospiti dell'istituto hanno partefipato alle nostre iniziative.
Anche la Parrocchia di Moiano, dandoci per lungo tempo la disponibilità delle sua strutture per le nostre attività, ci è stata di grande aiuto.
Abbiamo conosciuto tanti giovani, alcuni li abbiamo persi per strada.
Abbiamo avuto aiuti inaspettati, silenziosi e concreti. Piccoli finanziamenti "sconosciuti".
Devo solo ringraziare il Signore di averci fatto toccare con mano cosa significhi la pazienza, il rispetto per gli altro e il lavoro nel nascondimento.
Questo progetto a cui abbiamo lavorato è nato propria da una nostra idea:
portare in scena con i più piccoli uno spettacolo teatrale che avesse come soggetto "Il piccolo principe" di A. de Sait Exupery.
Abbiamo messo inscena bambini ed adulti, sono state fatte apposite colonne sonore e coreografie.
Abbiamo avuto la fortuna di porterlo realizzare a scuola in rete col territorio, coinvolgendo un giovane ospite dell'IPM e con collaborando con professionisti di teatro (Clemante Napolitano - Regista di marigliano che ha realizzato il copione), di Musica (Erasmo Petringa, basssista di Eugenio Bennato...collegatevi http://www.erasmopetringa.com/) e di danza (M.Luisa Picono, direttrice di una sciola di danza).
Il messaggio sarà chiaro:
"L'essenziale è invisibile agli occhi, si vede solo col cuore"
In questi ultimi giorni siamo stati impegnati 24 ore su 24 per gli allestimenti e le ultime prove.
Una grossa fatica! Forse come associazione abbiamo fatto molto di più di quello che ci spettava. Ci siamo oltremodo spesi. Forse, mi dicono, altri si prenderanno meriti non loro.
Ma, appunto, l'essenziale è quello che si vede col cuore.
Vedere col cuore può essere faticoso, soprattutto quando pensiamo alle difficoltà che incontriamo: in fondo le cose non vanno sempre come vogliamo noi e a volte ci troviamo in situazioni che non ci siamo affatto cercati!!
Tuttavia vedere col cuore è l'unica strada per giungere ad un nostro "equilibrio semplice", proprio come quello del Piccolo Principe.
Vi invito per questo stasera alle ore 19:00 presso il teatro comunale di Airola per vedere il frutto del nostro lavoro.