mercoledì 27 febbraio 2013

Coerenza democratica



Una  "non vittoria" orfana.
E' questa la sensazione che lasciano le prime dichiarazioni dei nostri dirigenti sanniti del PD.
Ci hanno detto che il dato sannita delle politiche 2013 (23,15% alla Camera, - 6,5% rispetto al 2008, +0,53 rispetto alle regionali 2010, pur con il "vociferato" accordo mastelliano) rispecchia un trend nazionale ed è un fatto di pubblica opinione, un profondo sommovimento sociale.
Ma è proprio così? E' questa l'unica spiegazione?
Io, come segretario di circolo e dirigente territoriale del partito, invece mi sento messo in discussione fino in fondo. Mi dicono che non dovrei perchè dovrebbero farlo in primis gli amministratori che guidano la mia città, ma così è!
Può essere tutta colpa di Amendola che non si è opposto efficacemente alle candidature dei paracadutati?
Eppure i nostri candidati e dirigenti hanno girato il Sannio in lungo ed in largo, trovando sempre (77 volte) sale affollate di persone.
I circoli, il mio di Airola tra i primi, si sono impegnati ad organizzare manifestazioni ed eventi dappertutto.
Il Pd -occorre riconoscerlo- è l'unico partito che ha fatto una capillare campagna elettorale sul territorio sannita. O no!?
Allora cosa è successo? Abbiamo sbagliato i candidati?
Non credo che la discussione possa ridursi a questo. Renzi, Refuto Palmieri, De Caro sono persone ben volute, godono di un certo consenso e si sono spese molto per il PD. Allora?
Non si tratta logicamente di riesumare miopemente il dibattito Renzi/Bersani, come qualcuno cerca di fare risuscitando i comitati delle primarie per attacare, forse in maniera sterile ed inutile, la dirigenza attuale in un momento complicato.
Azzardo  due "ulteriori" ipotesi.
Prima ipotesi. 
Il PD a tutti i livelli non ha sbagliato la campagna elettorale che pure ha avuto i suoi evidenti limiti. Ha sbagliato le primarie per i candidati.Infatti le parlamentarie del PD, proposte in fretta e furia in due settimane con regolamento "sbagliato" cucito a misura di dirigenti, sono state un "errore politico" della direzione nazionale, gestito malissimo a livello locale spesse volte senza coinvolgere realmente le realtà territoriali di base. Anche a Benevento.Vedo in quelle parlamentarie, profondamente "incoerenti" con i primi due turni primari, una delle cause della "non vittoria" che ha spostato qualche voto dal PD sul M5S. Di fronte ad un elettorato, anche sannita, stanco e deluso; di fronte ad istanze popolari di forte partecipazione e rinnovamento intercettate da M5S, abbiamo scelto di ri-consacrare col voto dei militanti, forse in qualche caso gonfiato, l'assetto presente di potere del partito. Nessuna novità, solo la succube ri-proposizione di quello che c'era. Anche quel po di timido rinnovamento creatosi è stato infine fagocitato relegato in candidature di servizio.  Un errore strategico e di valutazione bello e buono, condito in alcuni casi da qualche polemica interna di troppo. D'altronde con quelle regole non c'era spazio politico per la costruzione, localmente e in tutta Italia, di alternative di successo. 
Seconda ipotesi.
La campagna elettorale è stata giustamente centrata sul tema del lavoro, spostata molto a sinistra. "Lavoro e moralità" era lo slogan di Bersani, ma nella declinazione dei discorsi è sempre stato a tutti chiaro che nell'endiadi il lavoro è privilegiato. Invece è evidente che gli italiani chiedono alla politica cose fattibili da subito. Forse sanno bene che il lavoro non glielo danno i politici, e sanno altrettanto bene che i politici invece possono riformare subito la politica ed i suoi costi,moralizzandola in un momento di forte crisi economica. Non che il PD non  avesse la moralità della politica nel programma, semplicemente questa non è "la" priorità! Queste elezioni sembrano dirci che la gente ha una priorità diversa (riduzione dei costi della politica, partecipazione e trasparenza) da quella che il PD vorrebbe imporgli. "Il lavoro prima di tutto"è il titolo di un libretto di uno dei nostri giovani dirigenti, Fassina. Beh penso che dopo queste elezioni gli italiani ci abbiano detto: "per noi prima di tutto ci sono altre priorità. Mettele in atto, subito!". Semplice! La lezione? Un atteggiamento di fondo: stare vicino alla gente e non avere l'aria di chi vuole spiegargli qual è il loro bene!
 Per concludere. Cosa imparare da questi errori? In futuro occorre una seria svolta nel partito che a tutti i livelli,  anche nel Sannio, deve diventare con coerenza il “vero partito nuovo” (come lo disegnava Scoppola) che aperto alla societàe alle sue priorità per non rimanere l'insieme di oligarchie e satrapie che pensano per ilbene di tutti.  
Occorre soprattutto un nuovo personale politico che sappia incarnare l'ideale democratico: un personale politico che pensa, dice e fa con coerenza scelte "democratiche" e partecipate. Solo con la "coerenza democratica" riusciremo a riconquistare il nostro elettorato, altrimenti ci aspetta lo stanco declino di una satrapia in disarmo.