lunedì 10 ottobre 2011

I cattolici di Todi

Francamente penso che a Todi, nell'imminente incontro promosso dal Forum del mondo del Lavoro, non accadrà nulla di politicamente eclatante!!!
Vista la caratura dei relatori si tratterà certamente di un momento alto di riflessione, ma sarà comunque la semplice tappa di un cammino comune dell'associazionismo cattolico centrato su disponibilità e reciproco ascolto.
Tuttavia i frutti di questo camminare non saranno nè di destra, nè di sinistra: men che meno un partito cattolico conservatore e moderato, come molti invocano.
Disse bene don Luigi Sturzo: un partito cattolico è una contraddizione di termini.
Un partito è parte, cattolico è invece universale. Può esistere una parte universale!?
Neanche la Dc fu partito cattolico, nemmeno il Partito Popolare. Voler schierare i cattolici in quanto tali a destra o a sinistra mi pare pertanto riduttivo della ricchezza e complessità del mondo cattolico radunato a Todi!
Il punto forse è un altro:  il consenso politico non è roba da “preti”, ma una specifica vocazione dei laici chiamati ad operare nel mondo. Ce lo ha insegnato il Concilio!
Per questo, al di là delle investiture più o meno esplicite dei vescovi, occorrerà capire se i laici che si spenderanno con il proprio nome e la propria faccia in questo “soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica” che nascerà a Todi, sapranno essere laici credibili e capaci di generare risposte autentiche ai bisogni del Paese.
In effetti la riunione di cento o duecento persone rappresentative dell'associazionismo cattolico è un fatto importante, ma politicamente non è dirimente.
Infatti, è bene ricordarlo a tutti, il consenso nelle urne lo danno gli elettori e non le gerarchie nè i rappresentanti delle associazioni riunite a Todi.
Anzi, in generale, il consenso più o meno esplicito delle gerarchie e/o dei rappresentanti dell'associazionismo non porta voti in più ad una qualsiasi proposta politica, mentre il dissenso di questi soggetti ha l’effetto sicuro ed opposto di togliere quel poco o tanto consenso che si crede di avere.
Conclusione:in Italia i cattolici è meglio averli per amici e non per nemici nell’agone elettorale, ma poi i voti sono il frutto della credibilità del progetto politico proposto e delle persone che lo incarnano.
Allora la domanda da porre non è dove si schiereranno i cattolici (destra,sinistra, centro,sopra,sotto?), nè se qualche vescovo pur autorevole persegua questa o quella strategia. 
La vera domanda a cui rispondere è un'altra: i cattolici di Todi sapranno leggere e intepretare il momento attuale del Paese e trovare delle risposte alla crisi che siano in futuro politicamente convincenti e spendibili? L'Italia, gli italiani si sentiranno letti, intepretati e raccontati dai cattolici di Todi?
Personalmente penso che su questo i cattolici italiani abbiano tanto da dire.
a presto