Ognuno per se: questa è la sgradevole sensazione che lascia la diatriba sui presidi ospedalieri di Cerreto Sannita e Sant'Agata dei Goti.
Veramente triste!
All'ombra della giusta battaglia per un diritto che a tutti deve sempre e comunque essere garantito, quello alla salute, lo spettacolo non è dai migliori.
Ognuno, come direbbe il caro Guccini, è "chiuso dentro ai sui egoismi vestiti di sofismi", senza che possa aspirarsi ad un discorso che ambisca ad unire le comunità territoriali telesine e caudine.
L'interesse particolare dei territori prevale su ogni tentativo di intavolare un discorso razionale sull'utilizzo delle risorse pubbliche in Campania.
L'altalena degli annunci è diventata quasi infernale.
Nel giro di pochi mesi a ridosso delle scorse elezioni regionali si sono rincorse decisioni contrastanti fino alla pilatesca conclusione di aprire subito il "Sant'Alfonso" di Sant'Agata lasciando aperto anche il "Maria S.S. Delle Grazie" di Cerreto, negando con una sola decisione tutti i discorsi sul deficit della sanità campana.
Non cè stato nessuno che si sia chiesto se era possibile o fattibile una simile decisione, nessuno che abbia sollevato la parvenza di un dubbio, nessuno che si sia assunto la responsabilità di mettere in guardia i cittadini: tutte le autorità, tutti gli amministratori e tutti i politici hanno semplicemente espresso soddisfazione per la soluzione "definitiva" (!?) della vicenda.
Perchè? Forse per quieto vivere, forse per indifferenza, forse per stupido interesse elettorale, forse perchè è bello pensare di avere la botte piena e la moglie ubriaca: tanti perchè che rivelano solo l'allarmante crisi politico-sociale delle nostre comunità territoriali estremamente frammentate.
Il diritto alla salute è di ciascuno ma è anche interesse della collettività, recita la costituzione: ciò significa che qualsiasi discorso sulla sua tutela individuale non può assolutamente prescindere dall'interesse della collettività, della comunità!
L'interesse della comunità è tuttavia reppresentato ed elaborato a vari livelli decisionali, secondo un principio di sussidiarietà.
Ciò significa, per il caso della spesa sanitaria, che il livello decisionale non risiede a livello comunale bensì regionale.
Vi sono pertanto precise responsabilità istituzionali di prendere decisioni e altrettanti precisi doveri istituzionali di conformarvisi.
C'è una logica perversa in questo continuo ed incessante perseguimento dell'interesse della singola comunità: una logica che non aiuta la crescità solidale di un piccolo territorio, quello caudino-telesino, che ben potrebbe candidarsi al ruolo di motore economico-culturale della provincia di Benevento.
Ad esempio, cosa costerebbe ai nostri amati amministratori della valle caudina e telesina, invece di paventare dimissioni o fomentare proteste, coordinarsi per chiedere alla Regione Campania in cambio di una diminuzione dei presidi ospedalieri territoriali che oggi appare inevitabile (!?), un aumento sul territorio dei presidi di guardia medica e del 118 ed un aumento degli stanziamenti per la spesa sociale, visto che gli ambiti B2 e B3 sono tra i meno finanziati a livello regionale con la legge 328/2000?
La tutela della salute, come diritto individuale e interesse della collettività, passa anche attraverso standard di qualità della vita ben più accettabili rispetto ad oggi!
Se poi, per allargare il discorso, si pensa che i vari comitati nati nel comprensorio caudino-telesino contro o a favore di questa o quell'altra iniziativa (Ospedale Cerreto, Ospedale Sant'Agata, Termovalorizzatrore di San Salvatore, discarica Tre Ponti di Montesarchio, Eolico ad Airola) non hanno vissuto fino ad oggi un reciproco sostegno e coordinamento, si deve concludere che queste battaglie non offono affatto una visione alternativa per uno sviluppo del Sannio. Questa visione complessiva e alternativa di sviluppo del territorio, ancora una volta, può essere data solo dalla Politica a cui i cittadini-elettori hanno la responsabilità di chiedere una visione organica dello sviluppo del nostro territorio perseguita con coerenza e lungimiranza.
Di qui la lezione per la "gente del Sannio": non basta organizzarsi per dire dei no o dei si, sia pur argomentati e ben informati, ma occorre un passo ulteriore, cioè un impegno serio e motivato (almeno quanto quello profuso contro questo o quel problema) nella/per/con la Politica e nei partiti per produrre una reale azione di cambiamento delle linee di sviluppo del territorio. Altrimenti il rischio è quello di impegnarsi per un interesse semplicemente localistico e non per il bene comune di tutti, restando perennemente sulle barricate senza costruire credibili alternative.
mercoledì 5 maggio 2010
OGNUNO PER SE
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