Caro Vittorio,
ti scrivo da fratello nella fede dalla piccola parrocchia italiana in cui sono da anni impegnato, anche se in fin dei conti ci separa un pò di età e, soprattutto, tanta e diversa esperienza ecclesiale.
Tuttavia spero in un dialogo fraterno e caritatevole, se riterrai questa lettera aperta degna di risposta e di un po del tuo tempo prezioso.
Ho letto con estremo interesse il tuo commento apparso sul Corriere della Sera nei giorni scorsi circa le “oscure cronache vaticane”.( http://www.et-et.it/articoli/2012/2012_02_13.html)
Non ho potuto fare a meno di condividere le tue puntuali valutazioni sugli aspetti organizzativi della curia romana e sugli aspetti morali che impongono una riscoperta del valore della fede.
Tuttavia mi ha lasciato pensare, e molto, la valutazione da te espressa circa il fatto che “non dovrebbe scomporsi più di tanto il cattolico che non solo conosca la storia della sua Chiesa ma che non sia dimentico degli avvertimenti del Vangelo. Questa Chiesa, cioè, è un campo dove buon grano e velenosa zizzania cresceranno sempre insieme; è una rete gettata a mare e nella quale convivranno sempre pesci buoni e cattivi. Parola di Gesù stesso, che esorta a non scandalizzarsi per questo e a non tentare neppure di dividere il sano dal guasto, riservando a sé questo compito nel giorno del Grande Giudizio”
Mi sono chiesto da credente se poi sia tanto vero che il cattolico formato non debba "scomporsi più di tanto"!
Caro Vittorio io, e penso tanti altri cattolici, vedendo queste “oscure cronache”, mi scompongo, eccome!
Anzi sono proprio fiero di scompormi oltre il limite di fronte ad uno scandalo simile!
Lasciamo stare le interpretazioni del Vangelo secondo cui, tra l’altro, grano e zizzania devono crescere insieme nel campo del mondo non nella Chiesa, e che certamente non merita di essere brandito come arma di discussione.
Sappiamo bene anche che è inutile stracciarsi le vesti di fronte a questo scandalo oscuro. D’altronde in questi casi, più che l’opinione di ciascuno, è importante in fin dei conti l’impegno personale del credente che vive ogni giorno il vangelo sulla propria pelle.
Però qui c’è in gioco tanto di più!
C’è in gioco la vita e la fede di tanti piccoli credenti che ogni giorno nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti affidano a Cristo, anche attraverso la Chiesa ed i suoi ministri, la propria vita.
Non sono d’accordo con questa atarassia un poco forzata, da te auspicata.
Tutto ciò che filtra dalle stanze curiali (regolamenti di conti, lotte di potere tra fazioni, appalti gonfiati, soldi facili ecc.) è francamente intollerabile e ingiustificabile.
Merita provvedimenti severissimi ed esemplari!
Merita un giudizio qui ed oggi da parte di chi ha la responsabilità di esprimerlo nella curia romana, non alla fine dei tempi.
Merita riprovazione e disgusto da parte di tutti i credenti!
Merita parole di fuoco, perchè oggi la parola pubblica nel dibattito ecclesiale è concessa a troppe poche persone ed è utilizzata da troppi per sterilizzare il dirompente messaggio evangelico, rendendo insipido ciò che non è né deve esserlo!
Questo sento di doverti rispettosamente dire.