venerdì 7 dicembre 2007

CUS, un passo indietro

Cari amici,

oggi vi vorrei segnalare una notizia passata per lo più inosservata sui giornali, tranne il solito Avvenire molto attento solo a questi temi.

Si tratta dell'approvazione il 4 dicembre, da parte della commissione giustizia del senato del testo base di discussione per la legge sulle Unioni Civili.

Un atto importante che darà un senso e una piega al futuro dibattito su questo tema!

Senso e piega che non si prennunciano positivi!


Molti di voi ricorderanno le polemiche infinite innescate a gennaio 2007 dalla proposta Bindi- Pollastrini sui Di.co. Qualcuno ricorderà anche le polemiche successive sfociate nel Family Day, pietra miliare della costruzione di un nuovo pseudo-centro cattolico.



Non dimenticheremo mai i cartelli "Dico mai" di piazza San Giovanni per il 12 maggio.



In tre mesi quell'articolato normativo, quel tentativo coraggioso di mediazione offerto alla discussione è diventato una LEGGE-SPAURACCHIO, l'icona della incomunicabilità sui temi etici più scottanti.


I DiCo non erano condivisibili del tutto, ma potevano essere un buon contributo alla discussione, ad una buona legge sulle unioni civili perchè se da un lato riconoscevano, tra l'altro in maniera troppo parificante, diritti (successione legittima, alimenti ecc...) che non potevano essere riconosciuti tout court ai conviventi, dall'altro erano "l'uovo di colombo" perchè sul piano formale non creavano nulla di nuovo, evitavando lo scambio di consensi.

Con i DiCo il riconoscimento delle coppie di fatto non era formalmente previsto, checchè abbia potuto insinuare qualcuno. Vi si arrivava invece attraverso i concreti diritti attribuiti alle coppie; il che non è la stessa cosa.

Tener distinti questi due momenti avrebbe potuto segnare un passo in avanti nella discussione. Non lo si è fatto o voluto fare.


Insomma i Di Co erano una buona formula da riempire ancora con buoni contenuti.

Se solo si fosse consentita la discussione.....forse oggi non staremo al punto in cui siamo!



E gia! perchè con l'approvazione del testo base da parte della commissione giustizia del senato la discussione ha fatto un GIGANTESCO passo indietro.



Oggi quello spazio per la mediazione aperto dai Dico, non c'è più.



Il testo base adottato per la discussione è totalmente inaccettabile per i cattolici.



Sono i cd. "Cus", Contratti di Unione Solidale, nati dalla proposta dell'onorevole Biondi di FI e "migliorati" (è un eufemismo) dal "grande-giurista-se-gli-conviene" on. Salvi di SE.



Il testo base, la cui discussione iniziera con emendamenti in commissione il 15 gennaio 2008, lo trovate a questo link:


http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=15&id=293276

Tale proposta è totalmente ineccattabie per due motivi:

A) Anche se modifica il codice civile (cercando di cogliere l'auspicio dei vescovi alle "lievi modifiche del diritto privato"), lo fa inserendo un vero e proprio nuovo contratto tipico, il quale presuppone strutturalmente lo scambio di consensi tra i contraenti, ricalcando così una struttura simil matrimoniale. Addirittura lo scambio di consensi va fatto davanti ad un pubblico ufficiale (notaio o giudice di pace); nei DiCo invece si rendeva una dichiarazione unilaterale di fronte ad un funzionario dell'anagrafe che in quel momento non era certamente pubblico ufficiale attestante alcunchè.

B) Come nei DiCo, si riconoscono ai conviventi dei diritti che non possono essere tout court riconosciuti, quali i diritti di successione legittima: diritti che trovano una loro ratio giuridica proprio nel carattere di STABILITA' di cui è dotata la la famiglia fondata sul matrimonio; un carattere che non potra mai qualificare le Unioni civili. Potrebbero trovarsi altre forme per garantire la successibilità dei conviventi da lungo tempo in caso di improvvisa morte del partner, la equiparazione al coniuge è inaccettabile.

Mi chiedo a questo punto, quale sia stato il ritorno in termini di crescita e avanzamento del dibattito sul riconoscimento delle Unioni Civili, dopo la violenta campagna anti-DiCo alla quale tanti hanno inconsapevolmente preso parte?

Oggi la situazione del dibattito sulle Unioni Civili, che purtroppo dal piano dei principi non riesce ad incarnarsi in una seria discussione sulle "esigenza di effettiva tutela" per le coppie di fatto richiamate anche dai vescovi, pare questa:
La spaccatura tra favorevoli e contrari rimane;
Gli atteggiamenti estremistici rimangono;
La sensazioni di un clima politico in cui sia difficile parlarsi e capirsi rimane.

Rimane infine l'amarezza di vedere tutti quelli che si dicono "cattolici" (teodem, teocon, centristi, progressisti, popolari ecc....), anche quelli che si presumono più attenti, accapigliarsi tra loro per vedere chi è più "realista del Re" (o del Papa in questo caso!), senza ascoltarsi e radicalizzando le proprie posizione...senza trovare soluzioni condivise... senza riuscire a fare una proposta che sia una...senza fare Politica.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La questione delle Unioni Civili è un strascico che ci portiamo dietro da molti anni, ed ogni governo non riesce ad affrontarlo con i toni e gli argomenti giusti. per quanto mi riguarda va riconosciuto a persone che nascono con tendenze diverse il sacrosanto diritto di vivere la propria vita con chiunque si crede. La questione è un'altra però. Si vuole mischiare cavoli e fiori. Dietro questo diritto si nasconde la volontà di girare diritti e doveri non eticamente giusti. Il matrimonio, per natura umana, è tra uomo e donna. ogni altra unione è solo tale. unione e non matrimonio di serie B. Stiamo attenti a questo. salvaguardiamo il nostro trascorso storico e i nostri diritti, che ogni tanto vengono messi all'asta, per pura volontà politica e non morale. Per concludere : giusto assicurare diritti (successione, assistenza, etc) però non svendiamo il MATRIMONIO.
un saluto a tutti
Rino

Diego Ruggiero ha detto...

Grazie Rino,
Capisco la tua paura di "non svendere il matrimonio". Capisco anche la paura che "si girino diritti e doveri non eticamente giusti".
Ma mi chiedo: è possibile dialogare su questi temi? è possibile una sintesi? è possibile una mediazione che tenga conto delle "effettive esigenze di tutela" per le coppie di fatto che nessuno nega?
Chi se ne farà carico? Possiamo limitarci e dire solo dei no su questi temi?
Cosa significherà mai per un politico cattolico cercare una mediazione su questi temi? Vuol dire svendere i cd valori-non-negoziabili o obbedire ad una vocazione politica al dialogo?
Aggiungo infine sui DiCo: a questo punto mi viene il dubbio che la stenua battaglia anti DiCo (che, ripeto, erano un po meglio di questi Cus per i cattolici), sfociata nel Family Day, fosse semplicemente motivata dal fatto che qualche "cattolico" (Bindi, Ceccanti Balduzzi ecc...) aveva collaborato alla stesura del progetto di legge.

Anonimo ha detto...

ciao diego,
Giustissimo ma soprattutto necessario discuterne, tuttiinsieme, non solo i politici cattolici che come ipotizzi tu sono falsi moralisti in quanto loro stessi hanno collaborato alla stesura del testo di legge. I diritti sono l'espressione più vera della nostra libertà, negarli significherebbe uccidere i diritti di alcuni, che pur nella diversità, sono esseri umani. A tal proposito voglio però precisare che mi riferisco a chi davvero ci nasce, e non chi segue una moda ; non accetto infatti l'estrema spettacolarizzazione di eventi come il "gay pride" o altri. Chi ci nasce è diverso. A loro la mia più sentita vicinanza, in quanto Dio li ha creati così, e molto spesso si trovano a lorrate per diritti che già hanno, in quanto esseri umani. Per concludere, una proposta : cerchiamo tutti insieme di svegliare e scrollare dal polveraio questa situazione, che sta diventando sempre più una "questione". Una volta per tutte affrontiamo seriamente e serenamente questa situazione. Però giunge un monito : attenzione a far diventare diritti di tutti i capricci di alcuni...chi vuol intendere intenda...
grzie Rino