martedì 12 febbraio 2008

La voce dei vescovi

Cari amici,

oggi vi segnalo un passo del comunicato finale del del Consiglio permanente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). E' molto utile per capire dove punta la Chiesa Italiana oggi. Sono poche parole misurate, pesate e pensate che, lette insieme alla prolusione del Cardinale Bagnasco (Presidente della CEI - http://www.chiesacattolica.it/cci_new/PagineCCI/index1.jsp?idPagina=3), danno il quadro chiaro un discussione ampia e a tutto campo.

alla prossima

"Dal confronto all’interno del Consiglio Permanente è emerso con chiarezza che la fede cristiana è messa oggi alla prova da una duplice forma di irrilevanza. Da un lato, si è tentati da una sorta di “criptodiaspora”, che esaurisce l’agire ecclesiale all’interno delle comunità, privando l’annuncio della sua dimensione pubblica e sociale e confinandolo negli spazi dell’intimismo e dell’individualismo. Dall’altro, si fa strada una lettura del cristianesimo come “religione civile”, che toglie all’evangelizzazione la sua nota di eccedenza rispetto a ogni ideologia meramente umana. Di qui l’esigenza di proporre l’annuncio del Vangelo e la testimonianza ecclesiale secondo una modalità che sappia coniugare in maniera corretta la rilevanza pubblica della fede e la sua irriducibile trascendenza. La fatica più diffusa nelle comunità cristiane è proprio quella di fare della fede il criterio di valutazione dei fatti, diventando così capaci di orientare il cambiamento culturale e sociale, senza subirlo in maniera acritica e passiva. Alla luce di queste considerazioni di carattere generale, sono state individuate alcune sensibilità da risvegliare.
La prima consiste in una più puntuale attenzione alla formazione sociale, atteso che la speranza cristiana non è individualistica (cfr. Spe salvi, nn. 12-15). Di qui l’auspicio di preparare un documento che metta a tema, declinandone anche le modalità, l’attenzione al vissuto sociale all’interno dei percorsi di educazione alla vita cristiana. In una stagione caratterizzata da un generalizzato discredito nei confronti dell’azione politica, è necessario tornare a suscitare passione e interesse verso questa “eminente forma di carità” attraverso un rigoroso tirocinio, che punti alla riscoperta del volontariato e all’acquisizione della competenze necessarie per operare con frutto in tale ambito. In questa consapevolezza si inscrive anche la scelta di tornare in maniera sistematica e ragionata sulle tematiche affrontate quasi vent’anni fa dall’Episcopato nel documento Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno (18 ottobre 1989). Ciò avverrà mediante il coinvolgimento diretto dei Vescovi dell’Italia meridionale, in stretto dialogo con le Facoltà teologiche locali.
La seconda sensibilità – sulla quale ci si è già soffermati sopra – è riconducibile all’impegno a promuovere gli spazi di dialogo con le molteplici forme del sapere e della cultura contemporanea, non certo per imporre una determinata concezione antropologica, ma per far emergere le domande di fondo che albergano nel cuore dell’uomo e per cercare di trovare insieme le risposte adeguate.

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