Cari amici,
A questo link trovate un interessante articolo sul testamento biologico segnalatomi.
E' di Ignazio Marino, senatore del PD:
E' di Ignazio Marino, senatore del PD:
Sotto invece ne trovate un altro, molto interessante, di Michele Aramini apparso su Avvenire.
Sono due articoli molto inetessanti perchè pongono in maniera chiara i termini del dibattito intorno alle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento.
Infine vi offro la sintesi del Comitato Nazionale di Bioetica sullo stato vegetativo persistente:
nonchè quella sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento:
Logicamente come si sa il lavoro del comitato di bioetica è una mediazione e vi accorgerete che non sempre l'accordo si raggiunge.
Su questo vi consiglio di leggere un interessante libro di Giovanni Fornero (Bioetica Laica e bioetica cattolica)
Vi potrà servire a farvi una chiara idea sui termini del dibattito in corso. A me è servito.
ciao
ciao
IL DIBATTITO SU IDRATAZIONE E ALIMENTAZIONE ARTIFICIALE
Nutrire i pazienti un dovere che non si sospende
MICHELE ARAMINI
N el dibattito svoltosi qualche anno fa in seno al Comitato nazionale di bioetica, in vista del documento sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), siregistrato un accordo sulla quasi totalitdelle questioni trattate, con una importante eccezione che ha visto un dissidio insanabile tra due schieramenti. Si tratta della possibilitdi ammettere anche direttive sulla sospensione di trattamenti di sostegno vitale, quali l’alimentazione e l’idratazione artificiale. il punto che viene richiamato anche nel dibattito di questi giorni attorno al caso di Eluana Englaro, attraverso varie dichiarazioni apparse sulla stampa. La questione risulta particolarmente delicata perchha conseguenze immediate in tema di eutanasia. La possibilitdi stilare direttive anticipate relative alla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale (Aia) finisce infatti con l’introdurre l’eutanasia all’interno delle direttive stesse. In sostanza, avremmo una 'piccola eutanasia' fatta entrare come un cavallo di Troia all’interno di una legge sulle direttive anticipate. La questione sull’opportunitdi continuare l’alimentazione e l’idratazione artificialeimportante per tutti, ma ha un rilievo fondamentale per le persone entrate in quello che si chiamastato vegetativo. Questi pazienti possono vivere nella loro condizione per molti anni, e la nutrizione artificiale pupreservarli a lungo. Molti si chiedono seil trattamento non risulti eccessivamente gravoso. La risposta che ci danno i mediciche i pazienti in stato vegetativo, proprio a causa del loro stato, non possono percepire la nutrizione artificiale come insostenibile.
Qualcuno potrebbe giudicare la loro stessa vita 'gravosa', ma in questo caso veniamo a trovarci su un piano diverso: non abbiamo pia che fare con direttive anticipate ma con l’eutanasia vera e propria.quindi importante non confondere la gravositdella condizione esistenziale con la presunta gravositdell’alimentazione e dell’idratazione. Come regola generale, l’idratazione e l’alimentazione non vanno sospese anzitutto perchnon richiedono l’impiego di sofisticati sistemi tecnologici e, dunque, non costituiscono mezzi straordinari. In secondo luogo il nutrire non costituisce un trattamento medico ma un normale intervento infermieristico, equivalente a girare regolarmente un paziente o a praticargli frizioni con l’alcool. Inoltre il suo valore simbolico di gran lunga superiore a quello di altri trattamenti infermieristici.
Perciil nutrire si differenzia dal curare. Va tenuto conto che i pazienti in stato vegetativo a cui – secondo alcuni – potrebbero essere sospesi i trattamenti di sostegno vitale non sono morenti. Queste indicazioni sono state ribadite autorevolmente dalla Congregazione per la dottrina della fede nella risposta del 1agosto 2007 a due quesiti posti dai vescovi statunitensi. Come afferma la Congregazione,la somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificialiin linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vitaedobbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalitpropria, che consiste nel procurare l’idratazione e il nutrimento del paziente. In quel breve ma importante documento si ribadisce dunque come sia illecita la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione sia ai malati comuni sia ai soggetti in stato vegetativo. Un giudizio che non puessere eluso, e che trova riscontro nella realtclinica dei pazienti.
Nutrire i pazienti un dovere che non si sospende
MICHELE ARAMINI
N el dibattito svoltosi qualche anno fa in seno al Comitato nazionale di bioetica, in vista del documento sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), siregistrato un accordo sulla quasi totalitdelle questioni trattate, con una importante eccezione che ha visto un dissidio insanabile tra due schieramenti. Si tratta della possibilitdi ammettere anche direttive sulla sospensione di trattamenti di sostegno vitale, quali l’alimentazione e l’idratazione artificiale. il punto che viene richiamato anche nel dibattito di questi giorni attorno al caso di Eluana Englaro, attraverso varie dichiarazioni apparse sulla stampa. La questione risulta particolarmente delicata perchha conseguenze immediate in tema di eutanasia. La possibilitdi stilare direttive anticipate relative alla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale (Aia) finisce infatti con l’introdurre l’eutanasia all’interno delle direttive stesse. In sostanza, avremmo una 'piccola eutanasia' fatta entrare come un cavallo di Troia all’interno di una legge sulle direttive anticipate. La questione sull’opportunitdi continuare l’alimentazione e l’idratazione artificialeimportante per tutti, ma ha un rilievo fondamentale per le persone entrate in quello che si chiamastato vegetativo. Questi pazienti possono vivere nella loro condizione per molti anni, e la nutrizione artificiale pupreservarli a lungo. Molti si chiedono seil trattamento non risulti eccessivamente gravoso. La risposta che ci danno i mediciche i pazienti in stato vegetativo, proprio a causa del loro stato, non possono percepire la nutrizione artificiale come insostenibile.
Qualcuno potrebbe giudicare la loro stessa vita 'gravosa', ma in questo caso veniamo a trovarci su un piano diverso: non abbiamo pia che fare con direttive anticipate ma con l’eutanasia vera e propria.quindi importante non confondere la gravositdella condizione esistenziale con la presunta gravositdell’alimentazione e dell’idratazione. Come regola generale, l’idratazione e l’alimentazione non vanno sospese anzitutto perchnon richiedono l’impiego di sofisticati sistemi tecnologici e, dunque, non costituiscono mezzi straordinari. In secondo luogo il nutrire non costituisce un trattamento medico ma un normale intervento infermieristico, equivalente a girare regolarmente un paziente o a praticargli frizioni con l’alcool. Inoltre il suo valore simbolico di gran lunga superiore a quello di altri trattamenti infermieristici.
Perciil nutrire si differenzia dal curare. Va tenuto conto che i pazienti in stato vegetativo a cui – secondo alcuni – potrebbero essere sospesi i trattamenti di sostegno vitale non sono morenti. Queste indicazioni sono state ribadite autorevolmente dalla Congregazione per la dottrina della fede nella risposta del 1agosto 2007 a due quesiti posti dai vescovi statunitensi. Come afferma la Congregazione,la somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificialiin linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vitaedobbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalitpropria, che consiste nel procurare l’idratazione e il nutrimento del paziente. In quel breve ma importante documento si ribadisce dunque come sia illecita la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione sia ai malati comuni sia ai soggetti in stato vegetativo. Un giudizio che non puessere eluso, e che trova riscontro nella realtclinica dei pazienti.
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