lunedì 1 ottobre 2012

RenziVsBersani: alcune considerazioni.



Al di là di qualche eccesiva venatura polemica, l'articolo di Giancristiano Desiderio apparso su Sanniopress (Matteo nella patria degli antirottamatori, http://www.sanniopress.it/?p=27017 ) rappresenta un pregevole spaccato di tutto ciò che le primarie nel Sannio non dovrebbero rappresentare.
Una premessa dovuta: sono coordinatore di uno dei circoli sanniti del PD, quelli che “sono tutti conservatori, anzi reazionari”.
Stupirò! Non è che Renzi dispiaccia del tutto – in fondo Adesso era il titolo della mitica rivista di don Mazzolari che seppe criticare profeticamente la Dc del 1948-, anche se continuo ad apprezzare molto il nostro segretario Bersani, che ho sostenuto con i miei dovuti distinguo su una impostazione eccessivamente marcata a sinistra, alle primarie del 2009.  
Mi definirei  oggi moderatamente bersaniano e blandamente renziano.
Insomma credo che, pur coltivando legittime scelte diverse, occorra rifuggire da visioni manichee (BersaniVsRenzi, VecchiVs Nuovi, ReazionariVsRiformatori, AdessoVsDopo ecc…), come quella di Desiderio, dove bene e male paiono rigidamente irregimentati

Ma non è questo il punto! Anche perché questi sono orientamenti e preferenze personali.

Il punto vero è un altro: queste primarie partite con entusiasmo ed un bel pò di calcolo mediatico all’inseguimento di un paio di camper, riusciranno a contribuire ad una reale rigenerazione della classe dirigente del paese? Contribuiranno alla selezione di una classe dirigente all'altezza delle sfide del nostro tempo?

E’ la domanda che mi ponevo a Benevento mentre in terza fila, al mio fianco, un vecchietto - ultrà del giovane Renzi-  alzava un cartello con su scritto “Matteo sei il nostro Masaniello”. A Benevento ho ascoltato per una piacevole oretta il discorso-format del sindaco di Firenze, tra video e grafici scaricati da internet.
In questa oretta ciò di cui Renzi non ha mai parlato è come intende selezionare i candidati in parlamento tra 3 o 4 mesi. Tale silenzio fa il paio con l’atteggiamento poco determinato tenuto sulla questione, dalla dirigenza nazionale nel corso dell’ultimo anno.

In effetti, mi pare di aver inteso,  Renzi guarda agli amministratori locali, come lui. Mi chiedo se amministratori locali, cresciuti in un contesto "personalistico" in cui i partiti sono diventati “partiti di eletti”, abdicando al loro ruolo di raccordo con la società, sapranno cogliere la domanda di partecipazione che arriva dalla gente (come amava chiamare Sturzo il popolo)?

Bersani invece ha promosso fino ad ora - e certamente promuoverà-  giovani del partito cresciuti nel medesimo contesto leaderistico: giovani che spesso (ma non sempre, vivaddio!) avanzano per cooptazione in strutture purtroppo di nicchia e/o  elitarie, restando docili in attesa del proprio momento. Questi giovani di partito sapranno innovare seriamente le modalità di partecipazione politica?

Infatti oggi – ce lo dimostra l’imperioso avanzare  del grillismo - la gente non vuole più solo esprimere un consenso ad una persona o un’idea; non vuole essere solo un numero in un collettivo, ma vuole contare e decidere...veramente!
Il fatto è che oggi la platea degli interessati alla politica è cresciuta – e si incazza e non si accontenta! Altro che antipolitica, qui c’è una voglia matta di politica credibile e partecipata!!
Non bastano più soprattutto le deleghe in bianco. La gente cerca, a mio avviso saggiamente, una rigenerazione dei meccanismi della partecipazione politica. Rigenerare vuol dire proprio nascere di nuovo, ricominciare daccapo. Questo non significa rottamare polemicamente i vecchi, ne aggiungersi cinicamente a loro per cooptazione e/o costrizione. Sia vecchi che giovani sono chiamati a questa ri-generazione.

Come potrebbe avvenire questa rigenerazione?

Non mi ritengo all’altezza di una risposta così epocale, però credo che una prima strada percorribile per il PD, un tentativo, potrebbero essere le primarie per la scelta dei candidati  parlamentari, secondo l’impegno statutario del PD ribadito alla scorsa assemblea nazionale. Mi sembra un punto oggi ineludibile e prioritario. Più importante della stessa sfida mediatica tra Renzi e Bersani che tanto affascina il desiderio di tanti

Una seconda  strada potrebbe essere quella della promozione di artefici appassionati ed umili al servizio di processi politici ampiamente partecipati, “uomini reali” – e non comparse -come insegnava MazzolariI quando su Adesso pubblicava: "Uomini non ci si improvvisa, e nella lotta politica italiana ciò che più dolorosamente sorprende è la mancanza dell'uomo. Non dell'uomo grande, di cui non vogliamo neanche sentir parlare, ma dell'uomo reale, con il suo modesto, insostituibile corredo di qualità morali." Volutamente mi affido con Mazzolari alle qualità morali del politico, proprio perché queste, prima di altro, la gente chiede e di queste persone i partiti hanno un disperato bisogno.

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