Una cara amica mi scrive:
"Finalmente la meritata vacanza x te dopo il super evento..! Ho letto qualcosa velocemente..qualke titolo..e subito balza agli occhi qualke titolo ke quantifica il numero di giovani presenti- i giovani sono il termometro dell'evento? Il numero x pubblicizzare la riuscita?"
Sapete che ieri c'è stato il raduno del 4 maggio a Roma con il papa per festeggiare i 140 anni dell'Azione Cattolica.
La nostra diocesi ha partecipato con 600 persone e 11 pullman. Aldilà degli inevitabili disagi che tutti i partecipanti hanno patito (settore scomodo, assenza di sedie, gardini stracolmi, partenza mattiniera ecc...), potrebbe comunque definirsi dal punto di vista numerico un successo organizzativo.
Essendo stato tra gli organizzatori della trasferta diocesana vi offro il personale mio meditato commento.
Spero che eventi del genere non ne siano più organizzati in questo triennio, rimanendo relegati all'una tantum. In proposito mi piace citare a memoria le parole di Carlo Carretto (che organizzò con Gedda il celebre raduno dei baschi verdi nel 1948): "I Cattolici devono resistere alla tentazione di contarsi".
Non nego che fosse giusto festeggiare i 140 anni di A.C. con un evento che parlasse della storia associativa e dei 40 anni della svolta conciliare. Un segnale forte nelle dinamiche intra e extra ecclesiali!
Tuttavia adesso, dopo aver rinnovato il nostro si a questa grande associazione ricordandone la storia, bisogna tornare al lavoro silenzioso nelle parrocchie per continuare a formare le coscienze di un laicato cattolico maturo e responsabile.
Ieri non sono neanche riuscito a fare la comunione; essere arrivato dopo una fila lunghissima a tre metri dal sacerdote e vedermelo andar via perchè era scaduto il tempo mi ha fatto soffrire.
Alla mia amica dico che gli eventi si misurano anche sui numeri dei partecipanti. Tuttavia devo darle atto che mi è sembrato che l'AC volesse più gridare la propria voglia di esserci e di contare, che non testimoniare la fierezza di una storia gloriosa incarnata in un presente che ne sia all'altezza.
La tiritera sul palco per nominare le diocesi presenti all'evento, pur nella sua innocenza e buona fede, ne è stato un esempio lampante.
Sono contento che la mia diocesi non sia stata nominata.
Dobbiamo essere all'altezza di coloro che ci hanno preceduti e hanno contribuito a formare le coscienze e la democrazia del nostro paese.
Ieri abbiamo visto in piazza gente da tutta Italia, abbiamo misurato cosa vuol dire popolarità. L'AC è veramente radicata nel territorio e nelle parrocchie. Questo capitale non va sciupato. Lo ha sottolineato anche papa Benedetto, riferendosi al Convegno di Verona.
Fin quando non sarà valorizzata da tutti (gerarchie e laicato) per quello che è (una grande risorsa per la chiesa per far fronte all'emergenza educativa che ieri ha segnalato il papa), l'AC soffrirà "manie di grandezza" e "voglia di esserci e contare", col rischio concreto di perdere di vista la sua vocazione educativa.
La formazione che fa l'AC, fatta di contenuti e di relazioni autentiche, deve essere eclatante nelle coscienze, almeno quanto l'evento di ieri.
Questo è l'insegnamento che ho tratto dalla giornata di ieri.
11 commenti:
Caro Diego
Leggendo il tuo pensiero non ho potuto fare a meno di scrivere questo commento. Concordo con te sul fatto che si sia messo poco l'accento sulle motivazioni per cui eravamo lì, affermare il nostro credo, e troppo sul fatto che eravamo tanti. Concordo sul fatto che l'una tantum dà quel senso vero e reale dell'evento ma voglio sottolineare il fatto che lì abbiamo fatto vedere che la chiesa c'è. Il nostro lavoro non deve essere silenzioso secondo me, dobbiamo far vedere che siamo presenti perchè il vangelo ce lo dice. Gli apostoli sono andati in tutto il mondo a gridare il messaggio del Cristo e noi dobbiamo fare altrettanto. Gridare nelle nostre parrocchie il nostro credo perchè chiuderci nell'associazione è inutile. Per il resto mi trovi abbastanza d'accordo. In fine concludo ringraziandoti del lavoro svolto per questa giornata da parte tua e di tutta la segretaria e della presidenza. Ci si vede alla prossima ciao dal VERO E UNICO SEGRETARIO: ENNIO
Grazie Ennio.
Preciso che è riduttivo tradurre il mio discorso sul fatto che ieri non si è posto l'accento sui contenuti. I contenuti c'erano...eccome.
Anche noi in doicesi abbiamo avviato un serio lavoro di riscoperta della nostra associazione diocesana.
Ho solo voluto precisare che il lavoro formativo svolto nelle nostre parrocchie deve essere altrettanto eclatante quanto l'evento vissuto ieri.
Il senso alla giornata di ieri lo potremmo dare solo lavorando nelle parrocchie dando ragione della speranza che è in noi (l'aucurio del vescovo), con DELICATEZZA E RISPETTO, come continua poi il passo citato dalla lettera di Pietro.
Personalmente ho vissuto come un disagio personale il non aver potuto ricevere l'eucarestia.
Forse questa è l'ottica un po deformata che mi ha fatto leggere in questo modo l'evento.
Il 4 maggio resta una tappa fondamentale del nostro cammino associativo.
Da qui dobbiamo ripartire per lavorare e formare coscienze di laici responsabili e maturi.
Per quanto riguarda l'aggettivo "silenzioso" non significa che dobbiamo stare zitti e non incidere nella società, bensì il fatto che il nostro lavoro formativo deve entrare nel silenzio delle coscienze laddove si giocano le scelte vere della vita. (mamma come sono poetico!)
ciao
Non ti nascondo che ho evitato di leggerti, nei giorni passati, ma oggi aprendoti mi son detto vuoi vedere che la pecora nera ha fatto quyalcosa distraordinario a Roma? In effetti haI EVITAto COME DOVEVI FARE DI CHIAMARE IL PRETE AD ALTA VOCE per dirgli che avevi il diritto di comunicarti!!!
Scherzi a parte voi dell'A.C. perchè volete per forza contarvi? questo lo fa gia il cardinal RUINI che si conta quando non si deve contare!!!
Diego coraggio e quando uno ti risponde peer dirti che non è d'accordo come ha afatto Ennio, non devi per forza fare altri commenti!! Saluti alla tua ragazza!!!
con piacere accetto dall'amico anonimo il consiglio.
PS: al prete io e la mia ragazza abbiamo gridato.
Una giornata piena di sole, una celebrazione Eucaristica che ti lascia senza fiato, la Comunione ricevuta nella Piazza del successore di Pietro, il Padre che ti sfiora quasi, tanto ti passa vicino, due nipotini che ti aspettano all'uscita per farti festa ....... e che vogliamo di più? Tutto è stato bellissimo........ Una levataccia? Ma bisogna pur fare qualche sacrificio...... Buona domenica di Pentecoste e saluti alla tua consorte.
ELISABETTA
posto che la tua non è più la "ragazza" ma la "MOGLIE" e vorrei dirlo più al tuo amico che a te (Diego), sempre a quel tuo amico vorrei chiedere 1) quando il Cardinale Ruini ha voluto contare i cattolici, 2) se si, perchè mai non avrebbe dovuto farlo visto che ogni tanto dobbiamo pure controllare da che parte stiamo andando visto che ultimamente ognuno cerca di portare Cristo "da qualche parte", 3) non credo che il modo migliore per farsi notare da Cristo che si dstribuisce tra i suoi sia quello di gridargli dietro ma piuttosto di sperare che, nel silenzio, si accorga della mia preghiera. Se poi i tempi piuttosto che la disorganizzazione o qualcos'altro non consentono questo incontro, pazienza, rimane sempre l'intima unione nella preghiera. L'incontro di Roma è stato bellissimo, faticoso ma bellissimo, sempre che chi c'è stato l'abbia vissuto nel modo giusto. Quanto poi al'impegno, è normale che esso vada profuso principalmente in parrocchia, attenzione però, perchè spesso questo rimane solo un bel modo di dire che viene sistematicamente tirato fuori per crearsi degli alibi. Saluti da Angelo
quello che stavo cercando, grazie
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Perche non:)
imparato molto
imparato molto
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