Pepino sembra fare una valutazione di "opportunità" di queste dichiarazioni prima della camera di consiglio in cui i giudici decideranno sul caso, protestando che comunque la Chiesa ha già ampiamente espresso la propria opinione in merito. La sua critica tuttavia viene risolta dal corsera scorrettamente nel sottotitolo in un'accusa di ingerenza della Chiesa.
A me tuttavia non mi pare che possa parlarsi di "ingerenza". D'altra parte la Chiesa è libera di esprimere sempre e comunque il proprio pensiero. Tuttavia sulla valutazione di opportunità di simili dichiarazioni concordo.
Esiste un limite quando si parla alle coscienze (si dice che la Chiesa illumina le coscienze): quello di lasciare alla coscienza (nel nostro caso quella dei giudici) , con pazienza e con fiducia, la calma il tempo per decidere.
Per il resto penso che il caso della povera Eluana sia stato troppo strumentalizzato da tutti.
Ci vorrebbbe un po più di pudore da parte di tutti: quel pudore che per Mounier era segno di attenzione al mistero che ci circonda.
Livio Pepino «Serve più prudenza»
«Chiesa, ingerenza prima del verdetto»
Appello e Cassazione: «Non è opportuno l’appello ai giudici fatto da chi ha il potere di incidere sulla decisione»
ROMA — Il consigliere di Cassazione Livio Pepino, oggi «togato» di Magistratura democratica al Csm, dice che ogni autorità politica e morale ha il diritto dovere di esprimere le sue idee sui temi della bioetica. Tuttavia, aggiunge, «quello della Chiesa sul caso Englaro mi sembra un intervento a piedi giunti perché coincide con l’apertura della Camera di consiglio...».
Consigliere, è vera la contemporaneità. Eppure il cardinale Javier Lozano Barragan ha rettificato dicendo di aver «ribadito la dottrina della Chiesa senza citare la Cassazione ».
«Chi ha poteri istituzionali o è un’autorità morale farebbe bene ad usare maggiore prudenza ».
Oltretevere si è parlato di «assassinio» in caso di sospensione di cibo ed acqua a Eluana Englaro.
«Chi ha una autorità politica, spirituale o culturale dovrebbe usare molta più prudenza di quanto non sia richiesto al cittadino che partecipa al dibattito pubblico».
C’è chi sostiene che alla Chiesa, in quanto autorità spirituale, dovrebbero essere applicate categorie diverse rispetto alla politica.
«In uno Stato laico nessuno contesta alla Chiesa il diritto dovere di esercitare il proprio magistero. Il problema c’è quando le autorità dello Stato, secondo i principi sanciti dalla Costituzione, sono in procinto si assumere una decisione. Beh...un intervento a piedi giunti di questo tipo non è semplicemente un esercizio del magistero, è una interferenza per ottenere una decisione piuttosto che un’altra. E questo sembra francamente non accettabile ».
«Avvenire», organo della Conferenza episcopale italiana, titolava: «Avremmo la prima condanna a morte repubblicana? »
«Non è opportuno l’appello ai giudici fatto da chi ha un’autorità, e quindi un potere di incidere sulla decisione».
Esiste, comunque, un dibattito pubblico....
«Va benissimo che la Chiesa esprima le sue idee su un tema delicato come la bioetica. Il problema è l’appello ai giudici perché seguano regole diverse da quelle previste dalla Costituzione e dalla legge. Questa cosa non è accettabile in uno Stato laico».
Se al posto del cardinale ci fosse stato un politico, ci sarebbero state più reazioni?
«Credo di sì. Però mi sorprende lo stesso questo generale silenzio. Eppure non mancano alla Chiesa occasioni per mostrare le sue idee: i giudici chiamati a decidere hanno sentito in questi mesi anche la voce della Chiesa su questi temi».
E ora che c’è la Camera di consiglio aperta?
«Ci sia un doveroso rispetto della laicità dello Stato».
13 novembre 2008
1 commento:
La sentenza infine è stata emessa. conferma! ad Eluana va staccato il sondino. Morirà. Non condivido e non sono d'accordo. Tutti abbiamo il dovere di opporci e di esprimere il nostro convincimento. Tuttavia la motivazione del provvedimanto (inammissibilità del ricorso) è ineccepibile dal punto di vista procedurale e "obbligata". Conferma ancora di più l'inopportunità di esprimersi prima della vcamera di consiglio. Insisto sul punto anche dopo animata cdiscussione con Don Pino.
ELUANA, STOP ALL'ALIMENTAZIONE. VIA LIBERA DALLA CASSAZIONE. LA CHIESA CONDANNA E INVOCA UNA LEGGE
La Cassazione ha autorizzato lo stop all'alimentazione, via sondino, ad Eluana Englaro, in coma da 17 anni. Diventa percio' definitiva la decisione della Corte di Appello di Milano che, nel luglio scorso, aveva autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale che tiene in vita Eluana. Il ricorso presentato dal Pubblico Ministero presso la Procura Generale della Corte d'Appello di Milano e' stato giudicato ''inammissibile per difetto di legittimazione all'impugnazione'', come si legge nella motivazione della sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione Lo specifica la sentenza depositata oggi.
La sentenza ha suscitato, dalle fila della maggioranza e del mondo cattolico, un coro di dissenso. ''Davvero non pensavamo si arrivasse a tanto. La Cassazione firma la condanna a morte di Eluana Englaro ed apre una ferita profonda nel Paese difficilmente rimarginabile''. E' quanto si legge in una dichiarazione di Isabella Bertolini, componente del direttivo del Pdl alla Camera dei Deputati.
''La decisione della Suprema corte segna - secondo Bertolini - l'entrata in vigore dell'eutanasia nel nostro Paese''.
''Con questa sentenza - continua la parlamentare del Pdl- si afferma una cultura della morte che noi respingiamo con forza ed indignazione. Un precedente pericoloso che non riguarda soltanto Eluana ma migliaia di malati terminali in Italia''. Speriamo, conclude Bertolini, ''non si scateni un effetto domino difficilmente controllabile''.
''La sentenza della Corte di Cassazione, con cui di fatto saranno autorizzate eutanasie legalizzate in ogni parte d'Italia, rappresenta una grave violazione della separazione dei poteri nel nostro Paese''.
E' la dichiarazione di Corrado Stillo, responsabile dell'Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti dell'Associazione ''Giuseppe Dossetti: i Valori'' che commenta 'a caldo' la decisione della Cassazione.
''E' il Parlamento - prosegue Stillo - che rappresenta la volonta' di 58 milioni di persone, che si deve pronunciare su una vicenda di bioetica cosi' importante come quella che il caso Englaro ha proposto all'opinione pubblica. Mentre ribadiamo con forza che interrompere acqua e cibo in un corpo ancora sano come quello della ragazza rappresenta una mostruosita', come l'ha definita il Card. Javier Lozano Barragan, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, chiediamo all'opinione pubblica di rispettare i 3.000 malati come Eluana che in varie parti d'Italia sono amorevolmente assistiti dalle famiglie, a casa o nelle strutture sanitarie. La tutela della vita di chi non puo' piu' tutelarsi e' un indicatore di civilta' che nulla ha a che fare con l'accanimento terapeutico ma solo con il diritto alla salute ed alla vita. La sentenza di oggi, che fara' giurisprudenza, avviene dopo una ben orchestrata campagna di stampa in cui i fanatici fautori dell'eutanasia scambiano la morte per un successo civile, la fine di una vita per un atto di pieta', la volonta' dei pochi con la volonta' generale.
La silenziosa morte di Eluana fara' spegnere i riflettori su una malata troppo utilizzata e pubblicizzata senza pieta' alcuna per la sua dignita' di donna e di persona. Vorremmo che, invece, ci si interessasse di piu' dei malati e delle famiglie che richiedono la vita, le cure appropriate, una presenza delle strutture sanitarie non solo sulla carta come avviene oggi''.
''Una parte della magistratura rifiuta la tutela della vita umana; privilegia forme piu' o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente; impone questa sua opzione al Paese violando le leggi in vigore'', commenta da parte sua Alfredo Mantovano.
''Gia' nelle scorse settimane - prosegue - la Corte Costituzionale aveva preferito chiudere gli occhi, facendo finta di non vedere questa palese invasione di campo.
Spetta percio' al Parlamento restituire al Popolo la sua sovranita' con una scelta in favore della vita - senza se e senza ma - che ribadisca e renda evidenti le gravi responsabilita', anche politiche, dei magistrati che avallano scelte di morte''.
Per Luca Volonte', capogruppo dell'Unione di Centro in Commissione Affari Costituzionali della Camera, la Cassazione autorizza in pratica il primo ''omicidio di Stato' in nome del popolo italiano. Il silenzio delle piu' alte istituzioni e' grave e preoccupante, cosi' come la mancanza di azioni concrete da parte del Governo e del Csm nei confronti di questi magistrati giustizieri. Il Parlamento e' ora chiamato a recuperare il proprio ruolo, ma soprattutto la propria indipendenza esclusiva sul piano legislativo a partire dall'approvazione di norme che impediscano la pronuncia di sentenze barbare e omicide come quelle emesse negli ultimi anni da parte di una certa magistratura militante. L'omicidio di Eluana Englaro non puo' rimanere impunito: anche se i mandanti siedono nel Palazzaccio''.
''Purtroppo si e' verificato quanto tutti noi speravamo non dovesse mai accadere. La Cassazione ha deciso di uccidere Eluana. Questo e' gravissimo ed inaccettabile in un Paese che ha sempre considerato la persona come valore irrinunciabile.
Purtroppo la vita di Eluana non e' stata considerata degna di essere vissuta'', dice poi Maurizio Lupi, Vice Presidente Pdl della Camera dei deputati.
''Noi riteniamo - afferma - che un giudice non possa decidere di dare la morte a una persona. Per questa ragione continueremo ad opporci a qualsiasi forma di eutanasia''.
''Resta - conclude Lupi - ovviamente il rammarico di non essere riusciti a salvare Eluana''.
''Consapevoli che la sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione in riferimento al caso di Eluana Englaro non possa non essere rispettata e applicata, ci permettiamo pero', da liberi cittadini di uno Stato libero, di dissentire. E chiediamo che alla lunga fine di Eluana, proprio perche' si tratta di una vera e propria condanna a morte in eta' repubblicana, non solo assistano alcuni testimoni, ma possa essere registrata in video e messa a disposizione di quanti ne facciano richiesta. Come accade nei Paesi che prevedono la pena di morte per i propri cittadini. Cosi' i nostri figli e i nostri nipoti potranno scoprire come un cittadino italiano possa essere condannato da un giudice di uno Stato civile e democratico a morire di fame e di sete''. Questa la reazione dell'Associazione Scienza & Vita alla sentenza che ''condanna a morte Eluana''.
''La decisione della Suprema Corte - osserva l'Associazione - di fatto autorizza la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione che restano secondo noi, e anche per una larghissima parte dell'opinione pubblica italiana, semplici sostegni vitali e non terapie''.
''Da questa scelta consegue - rimarca Scienza & Vita - un'interpretazione riduttiva della vita, quale non degna di essere vissuta. E soprattutto l'idea che la vita umana sia disponibile. Ovvero, che ciascuno di noi possa esercitare addirittura un diritto di morire con il corrispettivo dovere di uccidere (perche' qualcuno deve pure eseguire la sentenza). Diritto di morire che non e' contemplato nella Costituzione e che sfida il criterio umanistico del favor vitae a cui essa si ispira''.
Nascondersi dietro schermi formali non serve a mascherare la realta'''. Commenta cosi' Carlo Casini, presidente del ''Movimento per la vita'' la sentenza della Cassazione. ''E' una sentenza che ha come presupposto ed effetto quello di discriminare tra vite umana piu' o meno degne di vivere''.
''Questa decisione mette in pericolo - secondo Casini - le altre migliaia di Eluane accudite amorosamente dai congiunti, le migliaia e migliaia di vite di persone gravemente handicappate che dipendono dalla capacita' di accoglienza da parte dell'intera societa'. In definitiva mette in pericolo tutti noi quando diventiamo marginali ed inutili''.
''Al fondo della decisione dei giudici vi e' una cattiva interpretazione del diritto alla salute il cui contrario e' la morte. Allo stato attuale e' ancora possibile un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, che pero' non ha effetto sospensivo. Per cui - conclude Casini - sara' necessario impegnarsi subito con grande vigore per l'approvazione di una legge la quale, restituendo verita' all'articolo 32 della Costituzione, impedisca che si verifichino ancora altri drammatici abbandoni di persone in stato di grave disabilita' come Eluana''.
BONIVER (PDL), ''CONTRIBUIRO' A VARO LEGGE LAICA ED EQUILIBRATA''.
''La decisione della Cassazione che autorizza la sospensione dell'alimentazione forzata, durata 17 anni, di Eluana Englaro non manchera' di suscitare forti polemiche. Voglio comunque rendere omaggio alla battaglia di amore e di trasparenza della famiglia Englaro che si e' battuta strenuamente per dare attuazione ai desideri espressi dalla loro figliola''.
Cosi' Margherita Boniver (Pdl), commenta la sentenza della Corte di Cassazione sul caso Eluana.
''Mi auguro - prosegue Boniver - che questa sentenza serva da stimolo affinche' il Parlamento possa approvare nei modi e nei tempi dovuti un disegno di legge equilibrato che riconosca il diritto all'autodeterminazione dell'individuo e, nel contempo, il diritto all'obiezione di coscienza dei medici. Cerchero', con i colleghi firmatari del disegno di legge presentato ieri alla Camera di portare avanti una battaglia di laicita' su un tema cosi' delicato e insieme urgente che non deve diventare oggetto di crociate ideologiche e religiose''.
CONSULTA BIOETICA, ''SENTENZA IMPORTANTE, GRAZIE MAGISTRATURA''
''Siamo lieti di una sentenza che apre un capitolo importante per i cittadini e per la bioetica in Italia'': lo ha detto all'Asca il presidente della Consulta di bioetica, Maurizio Mori, in merito alla sentenza della Cassazione sul caso Englaro.
''Il nostro plauso va alla magistratura che riesce a tenere fermo il diritto e da un'interpretazione che non e' affatto creativa ma del tutto rispettosa della Costituzione''.
''Ricordiamoci - conclude Mori - che la nostra Costituzione si rivela ancora una volta in linea con le esigenze morali dei nostri tempi''.
MONS. FISICHELLA, ''DECISIONE GRAVE ED ESTRANEA A CULTURA ITALIANI''
''E' una decisione grave sotto tutti i profili'': commenta cosi' mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, la sentenza della Corte di Cassazione sul caso Englaro.
Interpellato dalla Radio Vaticana mons. Fisichella osserva: ''Per quanto mi concerne e' grave dal punto di vita etico e morale. Forse potranno trovare delle giustificazione nei cavilli procedurali e nelle interpretazioni del linguaggio, nella sostanza pero' rimane un fatto del tutto grave ed estraneo alla cultura del popolo italiano, il fatto - conclude Fisichella - di una gravita' assoluta per quanto riguarda un attentato alla vita''.
CEI, CHI LAVORA PER SUA MORTE SIA RESPONSABILE, ORA SERVE LEGGE
''La vita di Eluana Englaro, al cui dramma si e' appassionata la coscienza del nostro Paese, e' ormai incamminata verso la morte. Mentre partecipiamo con delicato rispetto e profonda compassione alla sua dolorosa vicenda, non possiamo fare a meno di richiamare alla loro responsabilita' morale quanti si stanno adoperando per porre termine alla sua esistenza'': e' la reazione della presidenza della Cei alla sentenza della Cassazione.
''La convinzione che l'alimentazione e l'idratazione non costituiscano una forma di accanimento terapeutico - scrivono i vescovi italiani in una nota - e' stata piu' volte, anche di recente, resa manifesta dalla Chiesa e non puo' che essere riaffermata anche in questo tragico momento. In tale contesto si fa piu' urgente riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il piu' ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volonta'''.
CASSAZIONE CHIUDE TRA POLEMICHE BATTAGLIA DI 9 ANNI (il punto)
Sono passati piu' di 16 anni da quel 18 gennaio del 1992 quando, dopo un incidente d'auto, Eluana Englaro, 20 anni, e' scivolata in uno stato vegetativo permanente: respira da sola, ma senza coscienza e viene alimentata con un sondino. E ne sono passati oltre 9 da quando il padre, Beppino Englaro, nominato suo tutore, ha chiesto al tribunale di Lecco di poter rifiutare l'alimentazione artificiale della figlia. Una battaglia legale ed etica che si e' conclusa oggi con la sentenza della Corte di Cassazione che ha autorizzato lo stop all'alimentazione.
E il tutto avviene mentre proseguono le audizioni informali in Commissione Igiene e Sanita' del Senato per giungere a un testo condiviso sulle dichiarazioni anticipate di trattamento da portare in Aula.
Il dibattito e' acceso e non si placano le polemiche, politiche, etiche, religiose. Destra e cattolici parlano di ''eutanasia'', ma c'e' chi, invece, definisce la sentenza un ''atto di civilta'''.
Sicuramente, afferma Mina Welby: ''Oggi finisce il lutto di un padre''.
''SI TRATTA DI EUTANASIA''. ''Una decisione grave sotto tutti i profili'', secondo monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia. Parla di ''introduzione nel nostro ordinamento dell'eutanasia'', l'ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. E cosi' anche il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ''una parte della magistratura privilegia forme piu' o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente; impone questa sua opzione al Paese violando le leggi in vigore''. L'Associazione ''Scienza & Vita'' commenta la sentenza come una ''condanna a morte'' e chiede che ''alla lunga fine di Eluana, proprio perche' si tratta di una vera e propria condanna a morte in eta' repubblicana, non solo assistano alcuni testimoni, ma possa essere registrata in video e messa a disposizione di quanti ne facciano richiesta.
Come accade nei Paesi che prevedono la pena di morte per i propri cittadini''. Di ''primo omicidio di Stato'' parla Luca Volonte', deputato dell'Udc.
IL PROBLEMA POLITICO. Certo e' che la sentenza della Cassazione pone delle riflessioni alla politica. Fabio Rizzi, capogruppo leghista in Commissione Sanita' del Senato, tuona: ''La magistratura smetta di tentare di sostituirsi al Parlamento''.
L'ex ministro delle Pari Opportunita', Barbara Pollastrini, del Pd, ammette: ''Una sentenza che inchioda la politica alle proprie responsabilita', fatte di inadempienze e colpevoli ritardi''. E il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, parla di ''esigenza di una legge 'leggera', dedicata alla regolazione della fine del ciclo vitale, rispettosa dei diritti della persona e della famiglia, come della responsabilita' della professione medica''.
''UN ATTO IN LINEA CON LA COSTITUZIONE''. Ma c'e' anche chi nella sentenza della Cassazione ha visto un atto giusto.
Il senatore del Pd e chirurgo, Ignazio Marino, che nei giorni scorsi aveva sottolineato come: ''con la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione Eluana si spegnera' senza soffrire'', oggi commenta la sentenza come ''in linea con i principi della Costituzione, che dice che ogni cittadino italiano ha il diritto alla salute ma non ha il dovere alle terapie''. Di ''sentenza di civilta''' ha parlato anche Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc.
Il presidente della Consulta di bioetica, Maurizio Mori si e' detto ''lieto di una sentenza che apre un capitolo importante per i cittadini e per la bioetica in Italia''.
D'altronde, come sottolineato da Umberto Veronesi, ''Eluana come persona e' morta 16 anni fa'''. Ora resta solo la scelta del posto che accettera' di rendere attiva la sentenza visto che la Regione Lombardia (Eluana e' ricoverata nella casa di cura di Lecco ''Beato L. Talamoni''', delle suore misericordiose) aveva reso noto a settembre che non avrebbe consentito l'atto in una delle sue strutture.
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