"La santa inquietudine di Cristo deve animare il pastore: per lui non è indifferente che tante persone vivano nel deserto.
E vi sono tante forme di deserto.
Vi è il deserto della povertà,
il deserto della fame e della sete,
vi è il deserto dell’abbandono,
della solitudine,
dell’amore distrutto.
Vi è il deserto dell’oscurità di Dio,
dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo.
I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi.
Perciò i tesori della terra
non sono più al servizio dell’edificazione del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma
sono asserviti alle potenze dello sfruttamento e della distruzione.
non sono più al servizio dell’edificazione del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma
sono asserviti alle potenze dello sfruttamento e della distruzione.
La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza."
Sapete di chi sono queste parole? Di papa Benedetto XVI! Si tratta del discorso di inizio del suo pontificato.
Cosa faccio? Cosa facciamo per metterci in questo cammino?
Mi/Vi lascio con questi interrogativi.
1 commento:
carissimo, grazie per l'aggiornamento. Io purtroppo vivo un desero un po particolare che è quello di sentirsi messo da parte o ancora peggio a volte di sentirsi non gradito. ome è complicato condividere "l'appartenenza". Quanto ha ragione il Papa.
Saluti peppe
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