mercoledì 6 maggio 2009

AUGURI AI CANDIDATI

Cari amici,
pubblico qui gli auguri ai candidati per le elezioni del 6-7 giugno 2009fatti dal mio vescovo mons. Michele De Rosa.
A me soo piaciuti...a voi commenti o riflessioni.
alla prossima




CANDIDATI…AUGURI


La Chiesa è stata fondata da Gesù Cristo non per essere una setta, un gruppo di persone che stanno bene insieme, impermeabile ai problemi che agitano gli uomini ma per essere una comunità - questo è il significato di Chiesa - a servizio dell’umanità.
Il grande teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, morto nel campo di concentramento di Flossenburg, in Germania, perché combatteva attivamente Hitler, ha scritto che se vogliamo dare una definizione esatta di Gesù potremmo dire che Egli è stato l’uomo, l’uomo-Dio, per gli altri. La sua vita cioè è stata contrassegnata dal servizio reso al progetto di amore del Padre che per lui prevedeva la morte, e quindi la risurrezione, e per noi la vita, cioè la comunione con Dio.
Il cristiano conseguentemente non può non essere l’uomo per gli altri, colui che si apre ai bisogni dei fratelli, che nel fratello vede Gesù, che ama tutti, non solo quelli che corrispondono al suo amore con la gratitudine ma anche, come ha fatto Gesù stesso, i propri nemici.
I cristiani non vivono isolatamente ma sono chiamati a tendere alla santità insieme, nella Chiesa, dove, ascoltando la Parola di Dio, celebrano i sacramenti e si nutrono dell’Eucarestia, del corpo e sangue del Signore, per essere forti nella fede e non farsi abbagliare dai miraggi effimeri di questo mondo.
L’impegno del cristiano nel mondo, in questi duemila anni di storia del cristianesimo, si è espresso seguendo percorsi diversi.
Uno di questi è stato senza dubbio la partecipazione alla vita politica. I cristiani - leggiamo già nel secondo secolo nella Lettera a Diogneto - “partecipano alla vita pubblica come cittadini”.
Non a caso la Chiesa annovera tra i suoi santi uomini e donne che hanno servito Dio mediante il loro impegno generoso nelle attività politiche e di governo. S. Tommaso Moro (1478-1535), proclamato patrono dei governanti e dei politici nel 2000, seppe testimoniare fino al martirio la dignità inalienabile della coscienza. Pensiamo anche a politici italiani come Alcide De Gasperi e Giorgio La Pira.
Essa è consapevole che la via della democrazia se da una parte esprime al meglio la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche, dall’altra si realizza solo nella misura in cui ha alla sua base la retta concezione della persona (Cf CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici in politica, 3).
Il Concilio Vaticano II insegna infatti che “la tutela dei diritti della persona umana è condizione perché i cittadini, sia individualmente presi, sia associati, possano partecipare attivamente alla vita e al governo della cosa pubblica” (Gaudium et Spes, 73).
Questo significa lavorare per il bene comune, “l’insieme cioè di quelle condizioni necessarie perché gli uomini, le famiglie, le associazioni e i Paesi possano ottenere, pienamente e facilmente, il proprio sviluppo”.
Le istituzioni esistono, devono esistere per promuovere, coordinare, realizzare tutte quelle iniziative che concorrono al bene comune.
In quasi undici anni di episcopato a Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti non ho visto sorgere una piscina, parlo di piscina pubblica, un campo di calcio degno di questo nome, un centro per anziani, un palazzetto dello sport (solo a Cerreto Sannita in questi anni è sorto un palazzetto dello sport nuovo), un centro sociale per i giovani.
La diocesi con l’otto per mille - senza aiuti di privati, comuni, provincia, regione - in questi ultimi dieci anni ha costruito 15 case canoniche ( oltre quelle ristrutturate). A Presta di Sant’Agata de’ Goti ha ristrutturato la chiesa dalle fondamenta e costruito una casa canonica attigua con un salone di 150 mq. Ha costruito anche tre centri pastorali (Forchia, Luzzano di Moiano e Cerreto Sannita). In questi giorni consegnerà alla comunità di San Salvatore Telesino una casa canonica nuova fortemente voluta dal sindaco Pacelli e realizzata con la collaborazione attiva del sindaco Creta. E le costruzioni (Amorosi, San Lorenzo Maggiore, San Nicola ad Orcula in Dugenta, etc.), continuano ancora. Avremmo voluto fare di più ma non abbiamo trovato sempre sponde disponibili.
Un altro passo dobbiamo fare ancora: costruire oratori. C’è una legge sugli oratori che deve essere finanziata annualmente dalla regione. Ma sappiamo tutti che la regione Campania per certe spese è molto parsimoniosa!.
Programmare e realizzare il bene comune richiede stabilità amministrativa. Purtroppo nelle nostra Provincia attualmente ci sono molti comuni retti dal commissario prefettizio. Il tasso di rissosità, senza voler generalizzare, è troppo alto e troppo spesso le maggioranze sono in partenza non omogenee per cui alla prima difficoltà le amministrazioni cadono. Altro che bene comune. Troppo spesso sono calcoli di bottega a determinare la fine prematura di molti consigli comunali.
E non può essere altrimenti se troppo frequentemente le liste non sono compilate direttamente per governare ma si formano i blocchi costituiti da tutti i colori dell’arcobaleno politico italiano, dall’estrema destra all’estrema sinistra, pur di mandare a casa il sindaco in carica. Con la conseguenza che dopo pochi mesi dalla vittoria l’ amministrazione così costituita si sgretola, perde petali fino spesso al alzare bandiera bianca o, nelle migliori delle ipotesi, a vivacchiare. Il colmo poi si raggiunge quando un partito si divide e alcuni sono presenti nella prima lista e gli altri nella seconda. E così il partito potrà sempre dire di aver vinto!
Nella politica italiana poi si assiste al fenomeno del trasformismo di giolittiana memoria. Anzi parlerei di pendolarismo. Parlamentari che passano da uno schieramento all’altro con una disinvoltura degna di miglior causa. Addirittura partiti interi passano da destra a sinistra e poi da sinistra a destra per adesso! Non credo che questi pendolari della politica italiana oscillino per amore dei fratelli, per fare meglio il bene degli altri. Credo piuttosto che lo facciano per “amore” del partito, dei parenti e conoscenti pronti anche a tagliare le gambe ai giovani più promettenti per paura di essere scalzati quando diventeranno maturi per la pensione.
Un’osservazione vorrei fare riguardante coloro che si fregiano del nome di cattolico e poi rivendicano il diritto di votare in parlamento secondo le proprie convinzioni che non sempre collimano con la dottrina della Chiesa a cui pure dicono di appartenere
Scrive Tertulliano: Christiani fiunt, non nascuntur (cristiani non si nasce, si diventa). Si diventa adeguando la propria condotta e le proprie scelte al magistero della Chiesa a cui dicono di appartenere. Altrimenti l’essere cristiani è solo una bella e luccicante etichetta!.
Ogni battezzato – vescovo, sacerdoti, fedeli laici – è missionario, apostolo e testimone dell’amore del Signore nell’ambiente in cui vive. In particolare, “per loro vocazione è proprio dei laici cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali orientandole secondo Dio. A loro quindi spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che sempre siano fatte secondo Dio, e crescano e siano di lode al Creatore e Redentore (Lumen Gentium, 31).
In questa ottica scopro tanta ipocrisia in molti che si dichiarano cattolici e poi per amore della poltrona votano contro le verità non negoziabili della Chiesa cattolica - la vita, la famiglia etc.) in cui militano. Gli stessi teodem sono una razza in estinzione omologati in tutto e per tutto al partito nel quale sono stati eletti.
Mi è sembrato ipocrita l’atteggiamento dell’on. Franceschini quando, vice segretario del PD, rimproverava i parlamentari che protestavano contro il Papa per aver sostenuto non essere accanimento terapeutico l’idratazione e l’alimentazione artificiale e poi concludeva: “Il Papa ha diritto di parola come tutti altri, lasciamolo parlare, tanto poi noi votiamo da laici” cioè, aggiungo io, contro l’insegnamento del Pontefice!.
La politica è il modo privilegiato di praticare l’amore cristiano, quella politica però che ricerca il bene comune, che gestisce il potere in modo giusto ed equo privilegiando coloro che hanno più bisogno: quelli che non arrivano alla fine del mese con il proprio stipendio senza voler pensare a chi vive con il minimo della pensione.
Dipende anche da noi se il futuro sarà la civiltà dell’amore, come amava chiamarla Paolo VI, oppure la civiltà – che più strettamente si dovrebbe chiamare l’“inciviltà” – dell’individualismo, dell’utilitarismo, degli interessi contrapposti, del nazionalismi esasperatiti, degli egoismi eretti a sistema.
Perciò è necessario e urgente alzare forte la voce. Occorre rompere il silenzio impacciato di troppi che oggi stanno zitti per acquiescenza, per diplomazia o per interesse .
Stiamo celebrando in diocesi il Sinodo dei Giovani. A loro sempre dico di scegliere anche la politica come campo di testimonianza cristiana. A quelli che mi dicono di non volersi sporcare le mani, entrando in politica, risponde prontamente: “E che ve ne fate delle mani pulite se le tenete sempre in tasca?”.
La campagna elettorale è naturalmente il tempo delle divisioni, dove ogni partito vuol mettere in evidenza la sua specificità. Ma tutto questo deve avvenire con la proposta delle proprie scelte e non demonizzare l’avversario, spesso entrando proditoriamente nella sua vita privata anche con lettere anonime. Questa è vigliaccheria e non certo confronto politico!.
A tutti coloro che lavorano in politica, soprattutto agli eletti di questa tornata elettorale di giugno, i miei migliori auguri perché assumano il loro impegno con entusiasmo e soprattutto con la consapevolezza di aver ricevuto un mandato, vorrei dire la missione, di lavorare per il bene di tutti mettendo sempre al centro la persona umana con i suoi diritti e i suoi doveri inalienabili.

+ Michele De Rosa
vescovo di
Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti

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