mercoledì 28 settembre 2011

Al di là dei pulpiti

Insomma! Pare proprio che i tempi siano maturi per "la nuova generazione di cattolici in politica"!
Da cattolico impegnato, oserei dire militante, e soprattutto appassionato al bene comune mi sento molto provocato da quest’appello. Ma queste sono buone intenzioni e sogni di uno dei tanti laici impegnati in una delle tante realtà ecclesiali italiane.
Infatti, come ebbe efficacemente a dire Romano Guardini, "davanti alla realtà non è bene fare come se essa non esistesse, perche essa si vendica".
Non c’è dubbio che la realtà dei partiti personali, con i quali "qui ed ora" la nuova generazione dovrà fare i conti, sia un contesto che esclude, chiude le porte, sopisce entusiasmi, relegando il valore della partecipazione democratica ad una pia intenzione intellettuale. Oggi conta il leader, mica il gruppo! Contano gli slogan, mica i ragionamenti articolati e complessi!
D'altra parte non può sfuggire come molti, dentro e fuori il contesto ecclesiale, tendano a ridurre questa nuova generazione ad un reggimento di soldatini etorodiretti, “ausiliari della Chiesa”.
Tuttavia se questa è la triste realtà che attende al varco la nuova generazione per consumare la propria vendetta, occorre ribadire la necessità per i cattolici di proiettarsi verso un "non ancora" che oggi non c'è ma che deve costituire l'orizzonte di una speranza praticabile nell’agire politico.
Qui sta il punto della nuova generazione tanto invocata: questa nuova generazione saprà essere fatta di uomini di speranza? Cosa significa oggi essere uomini di speranza in politica?
Ancora una volta mi lascio aiutare da Guardini e dal suo breve breviario spirituale che conclude il breve saggio sul “Potere”: "Agire con fiducia in libertà di spirito, al di là degli impedimenti interiori ed esteriori, al di sopra dell'egoismo, dell'ignavia, del rispetto umano, della viltà. Non qualcosa di programmatico, ma ciò che di volta in volta è giusto qui ed ora: Affermare una verità quando è il momento di farlo, anche se provoca contraddizione e risa...Assumere una responsabilità quando la coscienza dice che è doveroso farlo"
Si tratta di un piccolo programma di vita che forse nulla ha a che fare con programmi politici, strategie di posizionamento, partiti, forum o risposte concrete per l’oggi. Forse pare anche ad una distanza siderale dalla necessità di coniugare “etica sociale ed etica della vita”, invocata dai vescovi. Insomma è proprio un altro pianeta!
Tuttavia è un programma di vita che potrebbe essere utile nel temprare la nuova generazione di cattolici tanto invocata. Infatti uomini animati da una siffatta tempra morale/spirituale potrebbero sfuggire a quella che è la forte tentazione che in questi giorni attraversa il cattolicesimo italiano: il pulpito!
Quanti pulpiti in questi giorni si ergono nel pubblico dibattito a rivendicare una giusta diversità dei cattolici e a condannare l’attuale classe politica! Ciò è più che naturale! Ormai pare che si sia raschiato il fondo del barile della credibilità
Tuttavia simili giudizi sono francamente generalizzanti e coinvolgono persone, storie, contesti e (perché no!?) i sentimenti di chi in buona fede fino ad oggi “ha tirato la carretta”!
E’ troppo chiedere alla nuova generazione che verrà di essere umile viandante,compagno di strada che indica una via da seguire insieme dalla crisi della politica, come il viandante di Emmaus!?
Quale la direzione da indicare? Non mi sento all’altezza di dare una risposta, ma alcuni spunti da dibattere si!
Infatti la nuova generazione di cattolici non dovrebbe cercare leader o “federatori” ma farsi portatrice di una reale e concreta istanza di rinnovamento della politica fondata sul valore della partecipazione alla costruzione del bene comune; non dovrebbe accontentarsi di slogan, ma cercare la complessità dei ragionamenti perché complessa è la realtà da affrontare; non dovrebbe “pre-occuparsi” dell’efficacia del risultato delle propria azione politica, ma impegnarsi prima di tutto ad essere testimone credibile e autorevole di ciò che indica e predica; non dovrebbe ambire ai pulpiti, ma a stare in mezzo alla gente tra piazze e campanili. Insomma una nuova generazione che parte dal basso e dalla quotidianità!
Infine, come ci ricordava Guardini, dovrebbe “agire con fiducia in libertà di spirito al di là degli impedimenti interiori ed esteriori, al di sopra dell'egoismo, dell'ignavia, del rispetto umano, della viltà.
Sono solo semplici spunti che offro alla riflessione di tutti senza chiedere null’altro che un po’ della vostra attenzione che al termine di queste righe mi avrete prestato. Cordialmente!







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