La segreteria provinciale uscente –
aldilà di limiti evidentissimi a tutti- è una tappa “comunque” positiva del
cammino di costruzione del progetto democratico nel nostro territorio. Adesso
però occorre crescere, maturare, migliorare responsabilizzandosi. E' finito del
resto il tempo delle ipocrisie. Basta con la retorica dei 78 circoli! Il
segretario ha fatto il suo dovere. Quello che chiunque poteva fare. Nulla di
eccezionale. Troppe questioni non sono state affrontate per tenere in piedi una
inutile unitarietà e non disturbare i maggiorenti. Se questo è un merito!?
Infatti, molti di questi circoli sono la naturale prosecuzione di precedenti
esperienze politiche, specie di sinistra, e non tutti i 78 circoli sono vivaci
luoghi di dibattito e confronto. Spesso hanno difficoltà ad emanciparsi dalle
dinamiche "amministrative" locali - non per demerito dei dirigenti locali -
nella assenza compiacente della federazione ligia al motto: non si disturba il
manovratore. Potrebbe sembrare un discorso un po duro? In fondo oggi esprimiamo
l'unico rappresentante del Sannio in Regione ed al Governo, nonchè tutti i
sindaci dei maggiori centri. Emerge invece il rapporto stridente tra questa
forza “amministrativa”, che ci ostiniamo ad intestare al partito, e il dato
politico. Infatti dopo le ultime tornate elettorali (2013,2014,2015) in cui il
partito si è misurato con la pubblica opinione, dobbiamo registrare nel Sannio
l'aumento dell'astensionismo e l'avanzata del populismo demagogico grillino che
non abbiamo contenuto. Un trend nazionale!? E' una semplificazione sterile.
Benevento gode di una condizione “politico-amministrativa” unica in Campania che
la chiama a dare di più alla causa democratica! In effetti se ogni dato negativo
trova spiegazione nel trend nazionale e quelli positivi nella nostra azione
locale, qualche problema di analisi ci sarà o no!? Parliamo di numeri e fatti.
Ad esempio, a Benevento città M5S è primo partito, raccogliendo una non
irrilevante messe di preferenze. Dismessi i panno del un movimento, i grillini
stanno diventando un partito strutturato. Non mi pare una strategia vincente
ignorali, pensando che il tempo li sgonfi. In effetti c'è un voto d'opinione
"volatile" che si muove indifferente alle dinamiche del voto organizzato e di
partito. Noi non lo intercettiamo, accontentandoci – consapevoli della
deflagrazione del centrodestra sannita- di fare scouting tra amministratori
locali per conservare rendite di posizione. E' evidente che abbiamo il ruolo
della Dc dei bei tempi, ma non la sua forza mobilitante nell’elettorato. In
sostanza corriamo il rischio di ricordare questa fase politica come quella di un
partito senza una vera leadership popolare, ingabbiato in logiche personali di
stampo amministrativo che coinvolgono qualche sindaco e qualche dirigente. Ma
nulla più!. Del resto molti temi dirimenti per i nostri concittadini - politiche
sociali, l'ambiente, turismo, il lavoro o la cultura- vengono lasciati al buon
cuore degli appassionati – e ce sono eccome tra i dirigenti locali che ho
conosciuto in questi anni!-, senza esiti nell'azione politica concreta che
viaggia su dinamiche valoriali autonome e forse arbitrarie. Manca in sostanza
una azione collettiva efficace "del partito" che amministra tutto in provincia.
Vediamo sforzi lodevoli dei singoli, ma niente più! I fatti restano lontani.
Invece con questa forza “amministrativa” dovremmo avere la forza e la capacita
di rivoltare questo territorio come un calzino. Invece solo azioni di singoli a
cui battiamo da soli le mani, nel disincanto della pubblica opinione. Mi chiedo:
qual è la nostra azione "collettiva" sugli Ambiti sociali? Oppure sulle tante
aggressioni che la nostra terra ha subito dall'eolico alle ecoballe, dalle
trivellazioni all'inquinamento dei corsi d'acqua? Ci sono poi temi del tutto
ignorati. Sulla crisi occupazionale di Airola - la più importante in provincia
con circa 400 cassintegrati - ad esempio la federazione è stata assente in tutti
i passaggi. Oppure: qual e' la nostra riflessione “comune” sui recenti dati
dello Svimez? Non basta organizzare kermesse improvvisate e calate dell'alto,
senza il minimo coinvolgimento della base. Abbiamo o no la consapevolezza di
dover rappresentare nelle istituzioni anche chi non ha votato? Non è un discorso
di nomi - per me tutti vanno bene purchè abbiano idee- ma di impostazione
politica e di obiettivi. Coinvolgere tutti è faticoso ma è l’unica strada che
porta ad un movimento collettivo che riaccenda la speranza. Abbiamo il coraggio
di affaticarci in questo percorso con una pazienza operosa?! Fino ad oggi non
l'ho visto questo coraggio, nè questa speranza. Penso che ormai, per maturare
come organizzazione, occorra battersi per costruire una reale alternativa ai
limiti dell'attuale gestione del PD sannita che ho indicato. Non bisogna invece
coltivare ostinazioni unitarie che possono trovare la loro sintesi solo in
percorsi "realmente" partecipati, oggi assenti. Cominciamo da subito allora,
rinnovando i metodi e responsabilizzando la base. La sopraggiunta
incompatibilità del segretario che nbe imporrebbe le dimissioni immediate che
stranamente tardano ad arrivare, apre una nuova fase di ricambio di cui già si
discute – come si usa, in sedi private- tra dirigenti da tempo. Un ricambio che
non deve essere di nomi ma di idee. Allora, , prima di accingerci a votare il
nuovo segretario di Federazione, non perdiamo l'occasione: apriamo una rinnovata
fase di ascolto ed elaborazione nelle assemblee di circolo sui temi che
interessano il territorio per individuare il profilo di un nuovo segretario che
impersoni una fase di vero rinnovamento, costruendo una leaderschip popolare ed
inclusiva, perché nata dal contributo di tutti. Immaginiamo un PD alternativo!.
Sarebbe un momento di vera e reale crescita democratica dell’organizzazione.
Coinvolgiamo tutti, senza rendite di posizione e accordi preconfezionati. Poi
vengono i nomi e le kermesse con nomi altisonanti. Sarebbe utile e veramente
saggio. Un primo vero segno di discontinuità e vero rinnovamento
martedì 11 agosto 2015
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