venerdì 18 gennaio 2008

Marcello-Mastella e Dante

Cari amici,

oggi mi piace commentare le note vicende mastelliane con i versi del sommo poeta, Dante, il quale nel VI canto del Purgatorio finendo l'invettiva sull'Italia divisa (Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!), così descrive l'Italia al verso 124:

"le città d'Italia tutte piene
son di tiranni, e un Marcel diventa
ogne villan che parteggiando viene"

Ecco oggi Marcello- Mastella, che ha elevato la faziosità e il clientelismo a sistema morale, riceve, quale garante morale di un sistema di clientele per il quale non c'è sanzione penalmente rilevante (per molti degli episodi è difficile contestare la concussione), il giusto ludibrio mediatico, perchè (parole sagge del sommo poeta al VI CANTO del Paradiso)

"mal segue quello sempre chi la giustizia e lui diparte"

Non c'è alcuna giustificazione morale che possa tenere in piedi il sistema clientelare di fare politica in provincia di Benevento: neanche il fatto che tutti facciano così (la giustificazione pubblica di Marcello-Clemente).

alla prossima




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo, che non c'è alcuna giustificazione morale, per il sistema clientelare di gestire la politica nella nostra Provincia, come in tante altre.

Ma in tutta questa storia mi assale un dubbio: "non è perchè si vuole distogliere l'attenzione mediatica da un altra estrema emergenza che attanaglia la nostra regione e di conseguenza togliere anche l'attenzione su un altro personaggio, che ben ti immagini".

Certo, se dietro tutto questo c'è un regista, ha calcolato proprio bene i tempi!!!! Altrimenti che regista sarebbe???

Ciao

Clemente

Anonimo ha detto...

Le indagini dovevano essere in corso da parecchio e le coincidenze sono tante ma non credo in una regia occulta contro Mastella.

Semmai forse l'uscita della notizia sarà stata pilotata. Il ritardo nella notifica ne è una spia; il fatto che l'ingegnere consuocero di Mastella si trovasse già in ospedale possono far presumibilmente pensare (ma non è certo) che forse si sapeva già che qualcosa bolliva in pentola.

Ciò non toglie nulla alla gravità di fatti che, se sul piano penale hanno scarsa rilevanza, invece sul piano morale e politico hanno un effetto dirompente.

Non è moralmente corretto brigare affinchè persone oneste e preparate non abbiano i posti meritati (mi riferisco alla vicenda del noto ginecologo Sergio Izzo, fratello del senatore Mino).

E' scorretto minacciare un comune di non far pervenire i finanziamenti per l'area PIP, se un determinato assessore non viene assegnato (LA VICENDA DI CERRETO).

Ha poco a che fare con la politica minacciare di trasferimento un dipendente dello Stato affinchè muti un determinato parere (mi riferisco al prefetto Urbano nella vicenda Comunitòà del Taburno).

Sono comportamenti che, per dei politici appartenenti ad un partito che aspira e millanta di essere cattolico, sono quanto meno incongruenti.

Mastella è personalmente persona degna, rispettabile e onesta, ma si è posto come garante di un sistema che usa questi mezzi e ha l'impudenza di giustificarli.
Non sempre il fine politico giustica mezzi moralmente scorretti.

La sanzione di un simile comportamento non può che essere politica.