sabato 31 gennaio 2009

Un vero leader

Leggo sul corriere del mezzogiorno, a proposito dello sbarramento alle europee del 4% voluto dal Veltroni e Berlusconi e a conclusione di una critica serrata alla posizione legittimamente contraria di Bassolino, questo virgolettato di Eugenio Mazzarella:" Tutti nel PD dovremmo evitare di creare problemi a Veltroni".
Mi chiedo se, in un partito democratico di nome e di fatto, sia possibile lasciarsi andare a giudizi che escludano a priori la possibilità di discussione pubblica interna.
Amartya Sen insegna che l'essenza vera della democrazia è la pubblica discussione. Se si arriva a negare la possibilità di una pubblica discussione nel partito, si nega l'essenza stessa di un partito che voglia chiamarsi ed essere democratico.
Nel merito poi le argomentazione del nostro sono poco condivisibili: la frammentazione partitica ci sarà sempre al di là delle soglie di sbarramento. Il sommo Poeta teorizzava già 7 secoli orsono una gran verità sull'idole italica: "le città d’Italia tutte piene son di tiranni, e un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene." (Pugatorio, canto VI). Non sarà certamente una soglia di sbarramento a ridurre la voglia di "parteggiare" degli italiani.
Ciò significa che la teoria del voto utile è valida fino a che si creda che tutti gli elettori facciano scelte ponderate e in condizioni non umorali.
La grossa verità degli ultimi 15 anni in termini elettorali, almeno per quel che riguarda le politiche, è che l'insieme dei partiti che grosso modo di riconoscevano nella tradizione comunista-riformista ed ex-popolare (attuale PD) non hanno mai superato la soglia dei 12.100.000 voti, mantenendo in sostanza stabile il consenso in termini assoluti; stesso dicasi per la coalizione avversa. Nel corso degli anni sono stati i sistemi di alleanze a far cambiare i governi. La svolta di sistema avvenne nel 1994 quando tanti elettori ex DC e ex PSI si ricollocarono con la discesa in campo di Berlusconi. Da ciò si deduce che fino a quando ci sarà il centro destra berlusconiano che, si badi, potrebbe sopravvivere al proprio leader come sistema di potere, il centro sinistra italiano è obbligato a governi di coalizione.
Pertanto il vero problema di un PD che aspiri seriamente a tornare al governo è come costruire una coalizione ampia e coesa.
Mi chiedo dove ci porterà la strategia dell'attuale segretario del PD visto che nei fatti la vocazione maggioritaria tende a risolversi nella volontà di ridurre i partiti con architetture elettorali dubbie, anche perchè non è detto che chi ha sempre votato un partito si decida a votare per quello a vocazione maggioritaria.
Mi chiedo se, nel dibattito interno al PD, si possa dire oggi una verità: non si governa prescindendo dalle alleanze ed è un errore voler annientare nei fatti politicamente i piccoli partiti di centro sinistra: un errore che rende difficile la futura costruzione di alleanza ormai necessarie.
Mi chiedo se questo segretario, alla luce delle campagna per le politiche 2008 e per le europee 2009, possa seriamente aspirare a guidare la futura, ampia e coesa coalizione di centro sinistra!?

Adesso si fa con insistenza il nome di Bersani per sostituire Veltroni, anche in nome di un nuovo centrosinistra.
Ma Bersani è credibile dopo il ritiro della sua candidatura nel 2007?
Penso che nel preciso momento in cui ritirò, su richiesta, la sua candidatura perse l'occasione di diventare autonomamente un "vero" leader.
Per essere "vero leader", come ci insegna la fallimentare parabola Veltroni, non bastano solo belle idee ma ci vuole coraggio nelle scelte e cambiamento di mentalità e metodi di lotta politica!!!!
Veltroni tutto questo non lo ha fatto, anche perchè la sua leaderschip ha sofferto un vizio d'origine: voler avere a tutti i costi il consenso di tutti!
Il problema di una eventuale candidatura di Bersani non sarà l'essere sostenuto da D'Alema, ma il fatto di essere sostenuto in maniera unitaria dagli ex-diessini, tralasciando le serie divergenza sulla linea e la strategia di alleanze che oggi esistono!

Se Bersani sarà sostenuto da uno schieramento interno simile per composizione a quello che elesse Veltroni, potremo parlare di una vera svolta?!

Non credo!

Una prospettiva del genere sarebbe veramente esiziale perchè al PD serve un "vero" leader che si misuri in un confronto pubblico vero!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nei 10 mesi successivi alla sconfitta elettorale, dopo gli scontri e gli insulti anche personali che ci sono stati tra i leaders degli opposti schieramenti, dopo che ci siamo fatti stritolare tra Berlusconi e Di Pietro sulla commissione di Vigilanza e aver minacciato su questo l'ostruzionismo parlamentare, mentre i comuni mortali magari immaginavano che invece l'ostruzionismo si potesse fare sulla riduzione dei parlamentari, sull'aumento dei redditi bassi, sulla costruzione di case popolari, qualsiasi accordo sulle leggi elettorali, anche giusto,diventa sbagliato e impopolare.Non viene capito.
Se ti metti d'accordo col "nemico" per difendere le rispettive rendite e non per risolvere i problemi dei cittadini, finirai per portare acqua al partito di Grillo e Di Pietro.
Cominciamo a costruire una squadra che tenga sempre porte e finestre aperte, a stare tra i cittadini e a viverne i problemi poi il leader verrà. Ciao. Grazie per la tua mail.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo.
Il leader verrà se saremo coerenti col progetto PD.
diego