martedì 15 aprile 2008

POLITICHE 2008: che si apra un serio dibattito nel PD.

"Benchè soltanto pochi siano in grado di dar vita ad una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla strada dell'azione politica, ma come indispensabile premessa per agire saggiamente". (dall'orazione funebre di Pericle nella "Guerra del Peloponneso" di Tucidide)
Per il Nazionale alla Camera:
Risultati politiche ULIVO 2006: 31,27% (11.930.000 VOTI IN ASSOLUTO)
Risultati politiche PD 2008: 33,3% (12.093.000 VOTI IN ASSOLUTO)

L'apporto di Veltroni è di +163.000 voti.

Ha fagocitato e disintegrato la sinistra, perso i voti moderati, fatto ingrossare il giustizialista Di Pietro col voto cattolico, spostato a destra l'asse del PDL.

Nessun equilibrio politico interno al partito può giustificare la permananza alla guida del partito di Veltroni senza una seria analisi delle ragioni della sconfitta; neanche i 3.000.000 di voti delle primarie per segretario che gli furono dati per coordinare il processo costituente, non per decidere arbitrariamente e solitariemante di andare da solo.

Adesso abbiamo 5 anni per ri-costruire una seria alternativa a Berlusconi e per costruire un partito di tutti.

Questo percorso può partire solo da un vero ricambio della dirigenza del partito a tutti i livelli.
CONGRESSO SUBITO!

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

mah, questo PD monarchico non credo sia stato voluto dalla classe dirigente
DS e Margherita, se lo sono trovato. Quelli che votano alle primarie sono
gente impegnata, fra i pochi che leggono i giornali: e i giornali già molto,
molto tempo prima delle primarie avevano incoronato Walter imperatore del
PD. Il consenso gli era già stato costruito intorno, da De Benedetti
(leggete Repubblica, credo), Montezemolo, forse lo stesso Berlusconi (bella
idea scegliersi l'avversario!).Arrivati alle primarie, o si sfasciava tutto
o si appoggiava Veltroni.
Walter é certo in buona fede, ma la sua capacità politica non é pari alla
sua ambizione. L'errore più clamoroso é stato privilegiare Di Pietro, i cui
elettori alle comunali molto probabilmente hanno preferito un dichiarato
giustizialista come Alemanno a un garantista come Rutelli, che tra l'altro
ha trascorsi radicali. Secondo me Rutelli é stato, a Roma, un sindaco
migliore di Veltroni, che si è creato un sistema di potere formidabile
facendo di Roma un immenso cantiere permanente, ma ha ignorato i veri
problemi della Capitale.E ora? Chi, come me, pensa che Veltroni non sia
all'altezza spera in forti sommovimenti interni.E penso che, comunque,
Berlusconi sia il peggio. Già si é visto, con i 300 milioni, sottratti alla
ricerca, che ha imposto a Prodi per Alitalia. Vedo il nostro debito pubblico
rischiare di brutto un nuovo impennamento, con conseguenze che potrebbero
essere catastrofiche; ma il salotto buono é contento, potrà continuare le
sue acrobazie finanziarie senza interferenze.(carlo, ichnussa@infinito.it)

Anonimo ha detto...

Sulla gestione monarchica di Veltroni saono abbastanza d'accordo; anche sulla sue capacità politiche non pari all'ambizione.
Non lho sostenutoalle primarie perchè ben ricordavo la disastrosa segreteria del pds che, ostaggio di una maggioranza non sua, abbandonò per la candidatura a Roma, lasciando guidando il partito verso la sconfitta. Il capitano non abbandona la nave! Non ebbe il coraggio di farsi da parte allora, chissà se lo avrà oggi.
Comunque non contesto il segretario per la sua scelta disastrosa, bensì per le modalità con lòe quali l'ha maturata.
Ad Orvieto ha imposto di andare da soli cogliendo tutti di sorpresa. A quel punto, con le elezioni imminenti, non restava che assecondare la scelta e assumersene la responsabiliutà.
E' stato un atto di autorità ben poco DEMOCRATICO nei modi.
La linea del partito non la decide il segretario ma il parito.
Siamo condannati ad essere democratici di nome e di fatto.
Concludo augurandomi l'immediata apertura di un percorso congressuale. Non mi interessa chi sarà il segretario....potrebbe anche restare Veltroni...mi interessa invece che si creino percorsi condivisi ed un partito vero.