Oggi ho inviato questa mail a S. Rizzo per commentare un articolo sulla cancellazzione delle province.
gent.mo dott. Rizzo,
ho letto il suo articolo di oggi 13 agosto 2012
sulle Province (http://www.corriere.it/politica/12_agosto_13/provincie_4f808b0c-e50c-11e1-97d9-de28e70d5d31.shtml) ed
in particolare la rappresentazione che lei fa del caso della provincia di
Benevento.
Pur comprendendo come l'abolizione delle province
sia un suo cavallo di battaglia, visto che da anni sono suo affezionatissimo
lettore, tuttavia penso che forse questa
battaglia sia del tutto fuori bersaglio, soprattutto per quel che riguarda la
mia provincia.
Le spiego.
La provincia di Benevento nasce storicamente con
l'unità d'Italia il 25 ottobre 1860 quando furono istituiti i primi 59 enti
provinciali del Regno.
In effetti il Sannio beneventano era terra di
briganti. E' la terra di Casalduni e Pontelandolfo, terra di eccidi dei
piemontesi.
Perchè si decise di farne una provincia?
Forse in considerazione del territorio, per la
maggior parte impervio e montuoso e dei collegamenti difficili.
D'altra parte Benevento ha sempre goduto dello statuto particolare di città papale.
D'altra parte Benevento ha sempre goduto dello statuto particolare di città papale.
Occorreva perciò un presidio territoriale, un ufficio
governativo che fosse utile al governo di quella porzione di territorio
nazionale. Fu creata la provincia con territori facenti capo alle vecchie province borboniche della Capinata, della Terra di Lavoro e del Principato Ultra.
Come lei ben sa, in Italia, l'istituzione delle
province non è mai stata affare di popolazione ed estensione territoriale.
Nel tempo tale unificazione amministrativa ha
creato una comunità territoriale.
Leggendo il suo articolo ho capito che, forse lei
non sa che da tempo nei nostri territori si discute di una unificazione di
alcuni comuni delle province limitrofe alla provincia di Benevento. Ad esempio
alcuni comuni del matesino e della Valle Telsina (attualmente con Caserta) ed
altri della Valle Caudina (attualmente con Avellino). Si sta anche in nuce
tentando di creare delle associazoni di comuni che potrebbero in futuro
diventare Unioni comunali, come la Citta Telesina e la Città
Caudina.
E' un discorso abbastanza ampio che non può essere
ridotto all'escamotage o all'arzigogolo amministrativo, da lei
dimostrato.
D'altra parte le confermo, vivendoci giornalmente,
che ancora oggi sussistono tutte le ragioni storiche che portarono ad istituire
questa provincia.
Veda, la stessa legge di "revisione della spesa" ha
escluso dal riordino le province che siano montane al 100%. Ciò fa capire che si
è voluto tener conto di un fattore importante per questi tipi di territori: le
difficoltà di collegamenti e la necessità di mantenere un presidio territoriale
unitario.
Ad oggi la mia provincia è definibile come
"montana" almeno per l' 80 % della sua estensione territoriale. Infatti 58
comuni su 78 per una estensione di circa 1700 kmq sono ricompresi nelle
"odiate" Comunità montane del Titerno, del Taburno, del Fortore e
dell'Irpinia.
Alcune zone, corrispondenti per estensione al 20 %
del territorio, sono abbastanza sviluppate dal punto di vista economico: la
valle telesina e caudina, la stessa Benevento. Le restanti (comprese nel
Fortore, nel Taburno, nel Titerno, nell'Irpinia) soffrono di una
marginalizzazione legata anche ad evidenti difficoltà di collegamento e di
infrastrutture.
A me pare oltremodo ingiusto togliere a questi
territori un presidio come la provincia la cui mancanza, nel tempo, potrebbe
portare alla scomparsa di tanti servizi amministrativi importanti.
Veda, le province non sono solo centri di spesa ma
comunità territoriali alla cui esistenza è legata una serie di numerosi servizi
al cittadino.
Per questo le chiedo, al di là delle legittime
polemiche con il rappresentante pro tempore dell'ente provinciale, di avere
maggior rispetto per una comunità territoriale, come quella di Benevento, che
merita grande comprensione.
Cordialmente
Diego Ruggiero (Airola, Bn)
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