Dopo la vittoria di Veltroni, finalmente inizia l'avventura della costruzione del PD a cui tutti i partecipanti al processo costituente sono chiamati. Di proclami oggi non ce n'è proprio bisogno. Basta prendere atto dell'assegno in bianco rilasciato dal popolo delle primarie.
Oggi invece c'è bisogno di mettersi a lavorare per costruire un partito dalle regole certe che faccia del valore della partecipazione democratica l'imperativo da non disattendere. Mi sento di chiedere agli eletti di impegnarsi nel salvaguardare tale valore.
Oggi invece c'è bisogno di mettersi a lavorare per costruire un partito dalle regole certe che faccia del valore della partecipazione democratica l'imperativo da non disattendere. Mi sento di chiedere agli eletti di impegnarsi nel salvaguardare tale valore.
Tre, secondo me e tanti altri, dovrebbero essere le regole che dovrebbero seriamente impegnare i costituenti del PD:
1) primarie sempre (o almeno nelle elezioni più importanti) per eleggere I candidati alle cariche elettive pubbliche (così si misura il reale consenso nell'elettorato dei candidati e le scelte sono più oculate);
2) limite di due mandati consecutivi per le cariche direttive interne al partito (così garantiamo il ricambio);
3) meccanismi di controllo da parte della base sull'operato dei dirigenti di partito, tra i quali ad esempio; l'obbligo di convocazione di almeno 2 assemblee annuali degli iscritti alle sezioni, pena decadenza dalle cariche di partito; possibilità di sfiducia dei dirigenti da parte di maggioranza qualificate di iscritti, prima della fine del mandato; tesseramento aperto VERAMENTE a tutti.
Oggi c'è bisogno di un partito vivo che discute; di un partito partecipato; di un partito travolgente con la sua carica di novità. Non sprechiamo il credito dato dal popolo delle primarie. Quando non si discute nei partiti, poi la gente va a discutere fuori e i risultati non sono sempre lusinghieri per la democrazia!
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