Sarà che ultimamente mi
sento molto immerso nella politica per ragioni personali e, forse, vocazionali,
però nelle scorse domeniche mi sono imbattuto nella pagina evangelica della “moltiplicazione
dei pani” (Gv6, 1-15) che mi ha dato molto da meditare su un argomento: quale
spiritualità per un cattolico impegnato in politica? quali modalità
dell'impegno? Quali le modalità di una concreta presenza cattolica nella
società? Condivido questi pensieri nella speranza di non dire eresie e che
possano essere utili a me e a qualche altro.
Gesù in sostanza, nel passo
di Giovanni, si trova di fronte alla necessità di rispondere ad un bisogno
della folla (della società?): quello del pane, quello del sostentamento.
Rispondere al bisogno dei
tanti, organizzando mezzi e risorse disponibili, è anche uno dei compiti
principali della politica. Trovare risposte a questi bisogni è organizzare
anche una concreta risposta politica. Mi è venuto così molto semplice il
parallelo tra passo evangelico e azione politica.
Gesù allora pone ai
discepoli l’interrogativo concreto: come rispondere a questo bisogno dei tanti?
(dice: Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano
da mangiare?). Come a
dire: servendoci dei mezzi umani disponibili, come possiamo rispondere a questo
bisogno sociale che attende soddisfazione?.
Il Signore si trova davanti a tre risposte: quella di
Filippo, quella di Andrea e quella del ragazzo che offre il poco che ha.
Filippo, il sapiente organizzatore, l’esperto, subito
è portato a dare la risposta concreta. Analizza il bisogno, trova le risposta
ed esamina le risorse e dice: “Duecento
denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un
pezzo”. Le risorse non bastano ed il bisogno dei tanti non potrà essere soddisfatto.
Tanto vale rinunciare all’azione “politica” di soddisfare il bisogno della
folla e dare risposte differenti al bisogno di pane..
Andrea, più semplice e
forse meno esperto, decide di cercare comunque le poche risorse disponibili e
porta all’attenzione di Gesù e di tutti un ragazzo dicendo: “C’è qui un
ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta
gente?” Nuovamente
le risorse non bastano ed il bisogno dei tanti non potrà essere soddisfatto. L’atteggiamento
di Andrea pare questo: l’azione politica può essere intrapresa, ma la risposta
sarà certamente non soddisfacente sul piano dell’effetto.
Il ragazzo, semplice e silenzioso, mette invece a
disposizione il poco di risorse disponibili che ha. “Mettere a disposizione”
vuol dire semplicemente non calcolare le conseguenze e l’efficacia dell’azione;
vuol dire non far dipendere l’azione dalla sua efficacia secondo umani calcoli.
In una parola vuol dire affidarsi all’azione della grazia.
L’atto del ragazzo è una risposta concretamente
valutabile sul piano politico?
Forse no, però è una risposta che può dire molto sul
piano della spiritualità politica, anche perché il Signore ci da la sua
risposta “politica e spirituale”, proprio rispondendo a quest’atto di
affidamento, senza calcoli. Vediamo come.
Gesù non lascia fare ai discepoli, né al ragazzo. Egli
stesso concretizza la risposta al bisogno. Per prima cosa chiede ai discepoli
(non al ragazzo) di intraprendere l’azione per il soddisfacimento del bisogno,
dicendo ai discepoli “fateli sedere”.
Poi
però è Lui stesso ad operare (“prese i pani e, dopo aver reso
grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto
ne volevano”) e
raggiungere l’effetto di soddisfazione del bisogno di pane della folla.
L’intento del Maestro pare chiaro:
mostrare ai discepoli che l’efficacia dell’azione non dipende tutta dal nostro
saper organizzare una risposta collettiva ad un bisogno. Forse il Signore vuol
dire: attenzione, nel porre in essere un’azione “politica e spirituale” non
mirate ad essere efficienti, ma più semplicemente mirate ad essere affidati e
disponibili. Non tutto dipende dal vostro saper organizzare una risposta
concreta ed efficace.
Ed ancora: la pagina evangelica si
conclude così, “Ma Gesù, sapendo che
venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo”.
La reazione naturale della folla è quello di eleggere Gesù a propria guida.
Gesù cosa fa? Si allontana e va a pregare da solo. Non sposa la logica del
mondo. Gesù rifiuta di essere guida della folla, ergo della società. La sua
risposta di presenza nella politica è: agire politicamente con piena e semplice
disponibilità non per divenire guida della società ma per rispondere ai bisogni
della società, al bene comune.
1 commento:
condivido, complimenti
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